Expo, indagato il responsabile unico del Padiglione Italia Antonio Acerbo per appalti truccati
C’è un nuovo indagato nell’indagine sugli appalti truccati di Expo. Si tratta di Antonio Acerbo, ex direttore generale del Comune di Milano, oggi responsabile unico del procedimento di Padiglione Italia e commissario delegato Opere infrastrutturali Expo 2015. Lo ha comunicato il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati. La Guardia di Finanza, sezione di polizia giudiziaria presso la procura della Repubblica, su mandato dei pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio ha eseguito mercoledì mattina perquisizioni nei luoghi in indisponibilità dell’indagato, cui è stata contestualmente notificata informazione di garanzia per i reati di corruzione e turbativa d’asta (turbata libertà del procedimento di scelta del contraente). La procura di Milano ha chiesto alle società Expo e Metropolitana Milanese di esibire «atti e documenti relativi alla procedura Progetto via delle acque». Antonio Acerbo, ingegnere originario dell’Aquila, come direttore generale del Comune sotto la giunta Albertini aveva gestito il restauro del Teatro alla Scala. Nei mesi scorsi l’inchiesta su Expo ha portato all’arresto, tra gli altri, dell’ex parlamentare della Dc Gianstefano Frigerio, dell’ex Pci Primo Greganti e dell’ex senatore del Pdl Luigi Grillo. I reati contestati ad Acerbo, si legge nel comunicato stampa del procuratore Edmondo Bruti Liberati, sarebbero stati commessi a Milano «fino al 10 luglio 2013».
Maltauro
La gara d’appalto per il progetto delle «vie d’acqua», che è poi stato sospeso, era stata vinta dalla società Maltauro, commissariata per questo motivo. Martedì sera è arrivata la notizia che il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza della società Expo, confermando la presenza di Maltauro sul cantiere delle architetture di servizio. Il Consiglio di Stato ha così ribaltato la sentenza del Tar che, accogliendo il ricorso della società seconda classificata, ne aveva chiesto l’annullamento.
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