Tasi, i Comuni vanno all’incasso: entro il 16 ottobre oltre 15 milioni di persone saranno chiamate a versare l’acconto della Tasi sulla prima casa
Stop alle pubblicazioni delle delibere sulle aliquote per la Tasi, la Tassa sui servizi indivisibili dei Comuni (dall’illuminazione alla manutenzione delle strade). Con la serata del 18 settembre il dipartimento delle Finanze ha ultimato la diramazione delle decisioni che i sindaci e i loro Consigli hanno adottato entro lo scorso 10 settembre: si chiude così l’elenco di città dove i contribuenti saranno chiamati, entro il 16 ottobre, a versare l’acconto del 50% del balzello.
Secondo il monitoraggio del Servizio Politiche Territoriali della Uil si tratta in definitiva di 5.566 Comuni, tra i quali si possono ricordare grandi Capoluoghi come Roma, Bari, Catania, Verona, Padova, Palermo, Siena, Perugia, Trieste, Pescara, L’Aquila, Campobasso, Reggio Calabria, Firenze e Milano. Se si considera che altri 2.178 Comuni avevano deliberato in tempo con la scadenza di maggio, e avevano chiamato i cittadini alla cassa a giugno, il totale dei sindaci in regola con le scadenze arriva a quota 7.744: se si escludono i 136 Comuni della provincia di Bolzano – che ha un regolamento diverso – si sfiora la totalità (il 97% degli enti, 212 restano fuori dall’elenco). Quelli ritardatari avranno tempo fino alla fine di novembre per pubblicare le delibere, ma in questo caso si pagherà in un’unica soluzione il 16 Dicembre. In caso di ulteriore mancata pubblicazione, il 16 dicembre si pagherà in un’unica soluzione, ma con l’aliquota base dell’1 per mille.
A conti fatti, a ottobre oltre 15 milioni di persone saranno chiamate a versare l’acconto della TAsi sulla prima casa, a cui si aggiungeranno anche, in molti Comuni, gli inquilini che dovranno pagare con una quota che varia dal 10% al 30% (ad esempio a Roma il 20% e a Milano il 10%).
Osserva ancora la Uil che la media dell’aliquota applicata dai 105 capoluoghi di provincia si consolida al 2,63 per mille: è sopra il 2,5 per mille che determina il limite massimo dell’aliquota ordinaria, ma i sindaci hanno potuto poi sfruttare gli 0,8 punti “aggiuntivi” vincolati all’utilizzo del maggior gettito per rimpolpare detrazioni. Queste, nel monitoraggio del Servizio Politiche Territoriali, sono tutt’altro che omogenee: la Uil arriva a calcolare la bellezza di 100 mila combinazioni possibili, rinnovando il detto già inaugurato in altre circostanze: “Paese che vai detrazioni che trovi”.
I dati ufficiali permettono di realizzare poi una nuova simulazione del peso della Tassa. Si conferma il trend emerso durante l’emergere delle varie delibere: “Per una famiglia su due la Tasi sarà più cara di quanto pagato con l’Imu nel 2012”, dice la Uil. Infatti, spiega Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL, su un campione di 420 famiglie residenti nei capoluoghi di provincia, per il 54,5% di esse (227 famiglie), il conto della Tasi sarà più pesante dell’IMU del 2012, percentuale che sale al 63,3% per le case accatastate in A/3 (133 famiglie su 210); mentre per le case accatastate in A/2 tale percentuale è al 44,8% (94 famiglie su 210).
E’ vero che il costo della Tasi nelle città campione è di 219 euro medi, a fronte dei 223 euro pagati con l’Imu nel 2012, ma la distribuzione della nuova tassa è meno equa: pagherà un po’ di più chi prima era esente o pagava cifre basse e pagheranno molto meno i proprietari di quelle abitazioni con rendite catastali elevate.
In particolare, commenta Loy, per le case in A/3 l’esborso medio della TASI sarà di 135 euro medi, a fronte dei 111 euro pagati con l’IMU nel 2012; meno salto il conto per le case in A/2: 303 euro per la TASI, a fronte dei 334 euro dell’IMU nel 2012.
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