Cairo, esplode bomba in centro: due morti. Uno era un testimone dell’accusa nel processo contro Mohamed Morsi
Un ordigno è esploso domenica mattina nel centro del Cairo, nei pressi del ministero degli Esteri, nel quartiere Boulaq Abu Eila, sotto al ponte 26 Luglio. È di due vittime – un colonnello e un tenente colonnello di polizia – il primo bilancio ufficiale dell’attentato: lo rende noto il ministero dell’Interno egiziano. In un primo tempo si era parlato di tre o quattro morti. Cinque i feriti: 4 agenti e un civile. A esplodere è stato un ordigno di fabbricazione artigianale piazzato accanto a un albero che si trovava di fronte al posto di controllo della polizia a pochi metri dall’ingresso posteriore del ministero. Cinque scuole della zona sono state evacuate. Uno dei due ufficiali uccisi, il tenente colonnello Mahmud Abu Serei, era uno dei testimoni dell’accusa nel processo contro Mohamed Morsi per l’evasione dal carcere nel 2011. Serei era uno dei responsabili del carcere di Tora all’epoca dei fatti.
La rivendicazione
Nella serata di domenica Il gruppo qaedista Ajnad Misr (Soldati dell’Egitto) ha rivendicato via Twitter la paternità dell’attentato di oggi al Cairo, secondo quanto affermano alcuni media arabi. Il gruppo è emerso recentemente, rivendicando lo scorso giugno una serie di attentati nei pressi del palazzo presidenziale. «Le operazioni di punizione e vendetta continueranno», recita la rivendicazione.
Processo
Proprio domenica mattina si è tenuta al Cairo un’udienza del processo; la seduta è stata aggiornata al primo ottobre. Morsi, assieme a una trentina di altri leader dei Fratelli musulmani, evase dal carcere dove era detenuto nel gennaio 2011, mentre all’esterno si consumava la rivolta contro Hosni Mubarak. L’accusa sostiene che la prigione venne presa d’assalto da un commando di miliziani da Hamas, Hezbollah e di alcune formazioni salafite egiziane. Sul banco degli imputati figurano 130 persone, tra loro molti responsabili di Hamas e Hezbollah giudicati in absentia.
Bomba su ferrovia
Un’altra bomba, piazzata sui binari della ferrovia che collega Il Cairo con Zagazig, a est della capitale, è esplosa causando danni materiali ma nessuna vittima. Lo riferisce la Mena citando fonti della sicurezza.
Violenze
L’Egitto affronta un’ondata di violenze da quando l’allora presidente Mohammed Morsi, vicino ai Fratelli musulmani, è stato destituito il 3 luglio del 2013 con un colpo di Stato militare. La campagna di violenze ha preso di mira soprattutto le forze di sicurezza, prima nella penisola del Sinai e più recentemente anche nella capitale egiziana, sul delta el Nilo e in zone isolate del Paese, come il deserto occidentale.
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