Scontri a Roma, Camusso contro Renzi: “Dovrebbe provare ad abbassare i manganelli”. Alfano: “Landini ha contribuito a riportare la calma”
«Serve un senso di responsabilità di tutti per evitare una scintilla che rischierebbe di innescare pericolose derive». Il giorno dopo gli scontri tra operai delle Ast di Terni e la polizia, il ministro dell’Interno Alfano riferisce al Senato sottolineando di provare «solidarietà per operai e poliziotti feriti» e «amarezza» per il fatto che «una questione centrale come il lavoro stia diventando scenario di contrapposizione tra lavoratori».
«Vogliamo istituire un tavolo permanente di confronto al Viminale con i sindacati per gestire al meglio le manifestazioni» ha aggiunto spiegando che «ci attendono settimane complesse e difficili» perché «siamo di fronte a diverse crisi industriali, a cui il governo sta cercando di far fronte». Il titolare del Viminale ha poi affermato che l’intervento del segretario della Fiom Landini «ha contribuito a riportare la calma tra i manifestanti».
“Il presidente del Consiglio dovrebbe provare ad abbassare i manganelli dell’ordine pubblico”, dice invece il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso di mattina presto su Radio1, rispondendo così al presidente del Consiglio Matteo Renzi che aveva invitato ad abbassare i toni dopo le violenze. “Il governo, invece di fare ping pong tra le parti, dovrebbe sentire direttamente il governo tedesco e muoversi sulla multinazionale”, ha aggiunto.
Dal canto suo, il premier tenta di smorzare i toni: “Non vogliamo fare a meno del sindacato nelle trattative sindacali”, ha chiarito, spiegando la strategia del governo nel corso dell’incontro convocato tra i sindacati e il governo a Palazzo Chigi. “L’imperativo morale è portare a casa la vertenza Ast”, ha aggiunto Renzi, che si impegna a “dare garanzie sul piano industriale di terni. Vi chiedo- aggiunge- un confronto serio, nel merito, su Terni”. Per il presidente del Consiglio, poi, è fondamentale evitare strumentalizzazioni: “Parliamoci chiaro: io non consentirò di strumentalizzare Terni. Imperativo morale è chiudere la vicenda. Le discussioni politiche le lasciamo fuori da qui”.
Alfano in Aula
Il premier ieri ha chiamato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano,chiedendogli di accertare la verità. Oggi pomeriggio il responsabile del Viminale è chiamato a parlare alle Camere: alle 14,45 al Senato e alle 18:30 alla Camera. “Non ho nessuna esitazione nel dichiarare che quello di ieri è stato un brutto giorno per tutti”, ha detto a Palazzo Madama il ministro dell’Interno. “Voglio esprimere la mia personale solidarietà ai lavoratori dell’Ast e al personale della polizia di Stato che ieri hanno riportato ferite negli scontri”, ha detto il capo del Viminale, che ha esortato ad evitare che la crisi sia “scintilla di pericolose derive”. ”Il diritto a manifestare – ha aggiunto il ministro – è sacro ed è custodito nella teca delle regole, ma chi manifesta non deve ledere la libertà degli altri cittadini”. Nel riportare la calma ieri, ha tenuto a precisare Alfano, un contributo importante è arrivato dall’intervento di Landini. “Vogliamo istituire un tavolo permanente di confronto al Viminale con i sindacati per gestire al meglio le manifestazioni – ha proseguito -. Ci attendono settimane complesse e difficili. Siamo di fronte a diverse crisi industriali, a cui il governo sta cercando di far fronte”. “I fatti di ieri sono stati oggetto di referto all’autorità giudiziaria, nel quale nessun manifestante è stato denunciato”, ha poi chiarito, aggiungendo che “è lontana anni luce da noi l’idea di manganellare gli operai, così come penso sia lontata dagli operai la volontà di scaricare tensioni occupazionali sulla polizia”. Alfano, inoltre, ha invitato la politica a fare uno “forzo di coesione, evitando di cavalcare il disagio occupazionale, strategia che può dare dei frutti immediati, ma sarebbero avvelenati”.
Sempre ieri sera, Alfano ha incontrato al Viminale i leader dei sindacati che erano in piazza a Roma. Anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha telefonato ad Alfano e al prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro per avere informazioni e chiarimenti su quanto accaduto durante il corteo degli operai. “I leader sindacali penso si siano resi conto che non c’è volontà” da parte del governo di colpire i lavoratori”, ha affermato il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico. “Abbiamo condiviso la comune volontà di rafforzare gli strumenti di comunicazione perché episodi come quello di ieri non accadano più”, ha concluso il vice ministro.
Segnali di apertura
Al termine della riunione, il ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi ha illustrato in conferenza stampa quanto discusso nel corso del tavolo di confronto: Thyssen Krupp, che controlla le acciaierie Ast di Terni, si è impegnata con il governo a ridurre gli esuberi al massimo a 290 persone, dagli attuali oltre 500, e a mantenere in funzione entrambi i forni dello stabilimento umbro, ha annunciato il ministro, che ha detto che “ad horas” spera che si riprenda la trattativa. “Ast si è detta disponibile a rafforzare il piano industriale. Contando le mobilità volontarie, circa 140, restano sul tavolo circa 140-150 esuberi”. “Per noi è fondamentale evitare licenziamenti”, ha detto il leader della Fiom, Maurizio Landini che, alla luce delle novità comunicate dalla proprietà dell’azienda ha detto di aver “dato la nostra disponibilità a riprendere una trattativa. Siamo pronti quanto prima a sederci a un tavolo. Abbiamo chiesto che l’azienda confermi le cose dette al governo”.
Chiarezza sugli scontri
In merito a ieri, ha aggiunto il numero uno Fiom: è stata una “pagina negativa che non si deve più ripetere”, ha insistito, specificando, però, che la Fiom non chiede le dimissioni di Alfano: “Sono rispettoso del lavoro del Parlamento e quella è una discussione che sarà fatta- dice Landini-. Noi non abbiamo chiesto le dimissioni di nessuno”, ma “che venga accertato tutto ciò che è avvenuto e poi che governo e polizia prendano delle decisioni che impediscano che possa risuccedere in qualsiasi situazione quello che è successo ieri”. “Nessuno ieri – ha aggiunto ancora – ha detto di andare alla stazione Termini e nessuno ci ha mai provato. Nella piazza si sapeva che volevamo andare al Mise dove si svolgeva un incontro con l’azienda. Siamo stati aggrediti”, ha ribadito.
Il mistero della telefonata
E c’è, invece, il mistero di una telefonata nel clima di tensione tra il sindacato e Palazzo Chigi. Il leader della Fiom, Maurizio Landini, che era al corteo, nega di aver avuto contatti in giornata con il presidente del Consiglio. E chiede al governo di porgere le scuse a chi era in piazza. “Ho parlato con Delrio, non con Renzi”, precisa il leader Fiom. Dalla presidenza del Consiglio, invece, confermano la chiamata precisando anche l’ora. E aggiungendo che c’è stato anche uno scambio di sms.
Sel promuove mozione di sfiducia individuale
Intanto il caso degli scontri avrà un immediato riflesso politico. È in corso a Montecitorio una raccolta di firme su una mozione di sfiducia individuale al ministro Alfano. Per la presentazione della mozione alla Camera dei deputati, a norma di regolamento, serve la sottoscrizione del 10% dei parlamentari, 63 firme. La mozione, promossa da Sel, è in questo momento all’attenzione dei gruppi di opposizione al governo Renzi. Sel conta a Montecitorio 26 deputati che hanno già sottoscritto la mozione. Per la presentazione della mozione sarebbe sufficiente la firma di una piccola parte del Movimento Cinque stelle, che alla Camera ha 104 deputati. Per Alfano si tratterebbe del secondo voto di ‘sfiducia’ individuale in Parlamento, dopo il caso Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Abliazov, espulsa dall’Italia in circostanze controverse la scorsa primavera. “Il governo, mentre la ThyssenKrupp licenzia 550 lavoratori, regala 7 milioni di euro in termini di defiscalizzazione a questa grande multinazionale tedesca e regala agli operai di Terni la carica della polizia. Tutto questo è semplicemente indecente”, ha detto il leader Sel, Nichi Vendola.
Premier prova ad abbassare i toni
L’obiettivo del leader Pd intanto è ora quello di abbassare i toni. Anche perché il sospetto di Renzi, in queste ore, è che qualcuno – nella Cgil e nell’opposizione interna – possa approfittare della crisi per dare una spallata al governo. Per cercare di placare le acque, il governo potrebbe pensare a fare un paio di concessioni: precisare nella delega le fattispecie dei licenziamenti disciplinari e, all’interno della Legge di Stabilità, aumentare la dotazione per i nuovi ammortizzatori sociali.
Ast disponibile a trattare con sindacati
L’Ast ha accolto le sollecitazioni del ministro dello Sviluppo Economico, che ha incontrato i vertici delle Acciaierie di Terni chiedendo di ripensare il piano di ristrutturazione: “Siamo disponibili – afferma l’azienda in una nota uscita in tarda serata – a intesificare le trattative con i sindacati”.
Social