Cortei e manifestazioni, la polizia cambia le ‘regole di ingaggio’: “Evitare il contatto fisico”
Prima regola: evitare il più possibile il contatto fisico. Perché quello che conta nei cortei e nelle manifestazioni è cercare di non trovarsi in situazioni di scontro.
La Polizia cambia “politica” e, dopo un lungo processo di rinnovamento iniziato dagli incidenti del G8, vara un nuovo regolamento operativo che sia di garanzia per i cittadini ma anche per gli stessi poliziotti. È una sorta di testo unico che coinvolge gli addetti alla sicurezza e all’ordine pubblico, ma che in questo momento di feroci polemiche vuole soprattutto ribadire che quanto successo con gli operai dell’Ast di Terni non dovrà ripetersi.
LA COMMISSIONE
I tecnici del Viminale, guidati dal vice capo della polizia Alessandro Marangoni (su indicazione del capo Alessandro Pansa), hanno studiato le buone pratiche di comportamento e il lavoro della Commissione verrà inviato ai sindacati di categoria. Negli ultimi mesi sono state analizzate casistiche e denunce che sono servite per elaborare una bozza di protocolli operativi. Un iter che dovrebbe servire a svecchiare le procedure di ammanettamento, traduzioni, interventi della Polstrada, uso dello spray al peperoncino e del manganello. Gli attuali riferimenti sono molto antichi e un po’ datati rispetto ai tempi e alla società attuali.
Il principio su cui si basa il regolamento è quale debba essere l’utilizzo dei mezzi di coazione e fino a dove sia necessario l’uso della forza. Il Governo e gli esperti dell’Antiterrorismo temono il conflitto sociale e soprattutto la possibilità di una saldatura stabile tra le varie componenti della protesta: i metalmeccanici, i precari, gli studenti, i migranti. Un mix di sigle che agitano le città, racchiudono molte anime, e offrono la possibilità ai gruppi antagonisti di infiltrarsi, proprio come è successo ieri a Brescia.
I DISSUASORI
Come reagire, dunque? La prima regola riguarderà l’uso dello spray urticante al peperoncino, il Capsicum. Le sperimentazioni sono già partite a Milano, ma a seguire verranno coinvolti anche gli altri Reparti mobile di Roma, Torino e Napoli. Le pattuglie di servizio-ronda disporranno, poi, delle pistole Taser, il cosiddetto dissuasore elettrico, sul quale si sono scatenate parecchie polemiche. Sarà vietato l’uso durante le manifestazioni pubbliche, perché è uno strumento che non piace neanche troppo alle forze dell’ordine, ma che è stato voluto dalla politica e votato in Parlamento. Le telecamere saranno utilizzate da tutti i poliziotti addetti all’ordine pubblico, mentre finora l’uso era stato a campione. Negli scontri romani dei giorni scorsi le indossavano in dieci ed erano spente, così quando è arrivato l’ordine di accenderle, è stato inutile perché il putiferio era scoppiato. Altro dissuasore che sarà sempre più usato è l’idrante, già utilizzato a Napoli nel giorno della partita con la Roma, dove tutto è filato liscio. Il forte getto d’acqua contiene una sostanza leggermente urticante, ma è riuscito senza danni e feriti a limitare gli eccessi degli ultrà.
Il messaggio che la nuova regolamentazione tiene a diffondere tra gli operatori della sicurezza è che lacrimogeni, cariche e manganelli, debbano essere l’extrema ratio. A vantaggio del dialogo, della trattativa e della mediazione. A fianco dei poliziotti che riconoscono di avere qualche problema ci saranno, poi, anche degli psicologi. Valuteranno la loro condizione di salute, aiutandoli, o eventualmente sollevandoli dal carico.
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