Cina, imprenditore abbatte le baracche del suo villaggio natale e costrisce case di lusso da regalare ai residenti
Da bambino quelle famiglie erano state gentili con lui e così, una volta fatta fortuna prima con l’edilizia e poi con l’acciaio e guadagnati «molti più soldi di quelli che avrei mai pensato di fare», il 54enne Xiong Shuihua ha voluto ripagarle.
Un progetto da 5 milioni di euro
Radendo al suolo le catapecchie di legno dove lui stesso era cresciuto nel fangoso villaggio di Xiongkeng, vicino alla città di Xinyu, Cina meridionale, per sostituirle con delle abitazioni nuove di zecca e superlusso, che ha destinato alle 72 famiglie che ancora vivevano in quell’area urbana che solo cinque anni fa era fatiscente e che oggi è invece un trionfo di giardini lussureggianti, parchi gioco e statue. Un progetto del valore di quasi 4 milioni di sterline (pari a 5 milioni di euro) che ha visto anche 18 famiglie particolarmente fortunate (ovvero, quelle che più delle altre avevano aiutato l’imprenditore quand’era giovane e senza un soldo) ricevere una villa tutta per loro, mentre gli anziani e gli indigenti del villaggio potranno contare su tre pasti al giorno gratis, sempre messi loro a disposizione dal signor Xiong.
«Non potevo né volevo dimenticare le mie radici»
«Non potevo né volevo dimenticare le mie radici – ha spiegato il ricco magnate in un filmato trasmesso sul sito di video sharing cinese Youku.com e ripreso poi anche da YouTube – e siccome sono uno che paga sempre i suoi debiti, ho voluto fare in modo che le persone che avevano aiutato me e la mia famiglia in passato venissero ripagate in qualche modo». Va da sé che un tale gesto di generosità abbia comprensibilmente sorpreso gli abitanti di Xiongkeng, molti dei quali ricordano ancora il “figliol prodigo” Shuihua quand’era poco più che un bambino . «Conoscevo i suoi genitori – ha raccontato il 75enne Qiong Chu al “Daily Mail” – ed erano due persone di buon cuore, che si prendevano cura degli altri come meglio potevano, ed è davvero una gran bella cosa che il loro figlio abbia ereditato la loro stessa bontà d’animo».
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