Orrore in Sicilia, il piccolo Andrea è stato violentato e seviziato prima di essere ucciso. E’ caccia al killer
Cominciano a vederci più chiaro, gli investigatori alle prese con il mistero della morte del piccolo Andrea Loris Stival. E quel che vedono, li inorridisce. I risultati dell’autopsia sono sconvolgenti. Il piccolo Andrea Loris è stato violentato e ucciso. Una morte violenta dovuta a un colpo terribile al cranio. E quindi la procura della Repubblica ha avviato un’indagine per omicidio volontario. Al momento l’indagine è contro ignoti, ma ciò non significa che chi indaga brancoli nel buio.
Nessuna telecamera
Il procuratore capo Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota stanno lavorando a tempo pieno. Sanno che il tempo è cruciale. Misurano le notizie. Sperano anche nel colpo di fortuna: qualche telecamera tra le oltre trenta del paese, a visionarle con pazienza, può regalare un’immagine importante. Si cerca il bimbo in un’auto. Loris infatti è morto per mano di qualcuno che conosceva bene. Così bene da fidarsi di lui, marinare la scuola, e andare via assieme. Su questo aspetto in famiglia sono categorici: Andrea Loris era un bambino introverso, non si sarebbe mai allontanato con uno sconosciuto. Ma finora le telecamere sono state avare. Il bimbo non si vede mai.
Caccia allo zainetto
L’ipotesi dell’incidente è stata scartata fin da subito per una serie di motivi. Il principale: è scomparso lo zainetto che il bambino aveva sulle spalle quando la madre l’ha accompagnato a scuola e l’ha salutato come accadeva ogni mattina. Dov’è ora lo zainetto con dentro i quaderni, le penne, le due merendine che la mamma aveva amorevolmente infilato tra i libri? Nel canalone dove è stato trovato il corpo di quel cucciolo d’uomo, lo zainetto non c’è. La magistratura ha dato ordine a polizia e carabinieri di fare il possibile e anche l’impossibile per trovarlo. Lo zainetto può diventare la chiave per risolvere il mistero. Si potrebbe trovare un’impronta che non dovrebbe esserci, una traccia genetica, un segno lasciato dall’assassino. È divenuto così importante, lo zainetto, che i rifiuti di Santa Croce Camerina per qualche giorno non verranno portati in discarica. Prima i cassonetti dovranno essere vagliati.
È un mistero atroce, in verità, la scomparsa di un bimbo che avrebbe dovuto fare appena pochi passi, dalla portiera di un’auto al cancello della scuola, e che invece non varca il portone e se ne va da tutt’altra parte. Dove? Con chi? Perché? Nel frattempo si procede alla vecchia maniera, bussando porta a porta, interrogando commercianti, contadini, passanti. Ci sono molti che pensavano di aver visto qualcosa, ma quando poi si entra nel dettaglio di quella certa felpa o quel certo colore di pantaloni, le certezze di colpo vacillano.
Sequestrata l’auto del cacciatore
Gli investigatori hanno voluto riascoltare anche il cacciatore che ha scoperto il cadavere di Andrea Loris. Avvolgono e riavvolgono il film del suo racconto. C’è qualcosa che non li convince. A qualcuno pare che sia stato troppo fortunato, quel ritrovamento in un canneto come mille altri, quando si era all’imbrunire, in un luogo pochissimo frequentato. Sia chiaro: il signor Orazio Fidone è un testimone e non un indagato. È un fatto, però, che sulla sua macchina, sequestrata, si stanno facendo accertamenti.
Qualcuno ce l’ha portato
Proprio lì dove è stato trovato il corpo, un anziano di 87 anni, Peppino Caggia, un ex carabiniere, proprietario del vecchio mulino che dà il nome alla zona, è solito passare le sue mattinate a zappare l’orto. Da due giorni non si dà pace: era stato in campagna anche sabato mattina, tra le 8 e le 11, quando Andrea Loris era già scomparso, ma non ha visto né sentito nulla. Se Andrea Loris è arrivato fino a quel canalone di cemento, di sicuro non ci è arrivato da solo. Sono quasi tre chilometri dalla scuola. E poi la strada è pericolosa, è una provinciale dove le auto corrono. E nessuno l’ha visto.
In conclusione, qualcuno ce l’ha portato, molto probabilmente in auto, e l’ha buttato giù. Loris probabilmente era già morto. Il referto dei medici legali parla di graffi sul corpo e dice che il cranio è gravemente danneggiato. Alla base del canalone ci sono tracce di sangue, ma non abbastanza copiose. Tutto lascia pensare che Loris sia stato ucciso altrove e che l’omicida si sia disfatto del cadavere al mulino vecchio. D’altra parte, l’autopsia ha chiarito che il bambino è morto quasi subito dopo essere scomparso. Chi ha provveduto a disfarsi del corpo probabilmente sapeva che il carabiniere in pensione a una certa ora rientra in paese. Tanti piccoli tasselli per comporre un puzzle: questo è il lavoro degli investigatori.
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