Mafia e politica nella Capitale, spunta il libro mastro delle tangenti. Si indaga su versamenti fatti alla Fondazione di Alemanno
Nel «libro mastro» delle tangenti ci sono nomi e cifre. Un lunghissimo elenco di politici e funzionari pubblici che i carabinieri del Ros guidati dal generale Mario Parente hanno trovato durante la perquisizione a casa di Nadia Cerrito, la moglie di Salvatore Buzzi, anche lei finita in carcere. Tutti avevano un prezzo e la regola era chiara: bisognava pagare per avviare la pratica e versare altri soldi quando l’affare era chiuso. Poi c’erano gli «stipendiati» fissi e quelli che pretendevano un compenso extra per l’interessamento. Ma anche quelli che avevano richieste extra e chiedevano un appartamento oppure altri benefit. Buzzi li soddisfaceva e poi si sfogava: «I i nostri sono molto meno ladri di quelli della Pdl. Te lo posso assicura’ io che pago tutti». Uno è Luca Odevaine «che gli do 5 mila euro al mese e io ne piglio 4 mila».
Patanè vuole 120 mila
Le cifre: a Panzironi che comandava gli avemo dato il 2 virgola 5 per cento, 120 mila euro su 5 milioni… mo’ damo tutti sti soldi a questo?
La richiesta di denaro per il consigliere regionale del Pd Eugenio Patanè, arriva da Franco Cancelli, della cooperativa Edera, per «pilotare» la gara sullo smaltimento dei rifiuti indetta dall’Ama. Annotano gli investigatori dell’Arma: «Il 16 maggio 2014 veniva intercettato un dialogo di estremo interesse investigativo, nel corso del quale Buzzi informava i presenti circa la richiesta di 120.000 euro avanzata da Patanè. Buzzi si mostrava restio: “A Panzironi che comandava gli avemo dato il 2 virgola 5 per cento, 120 mila euro su 5 milioni… mo’ damo tutti sti soldi a questo?”». Poi però ci ripensa, spiega che «martedì incontro Patanè e una parte dei soldi io comunque gliela darei, gliela incomincerei a da’, quando vado all’incontro gli dico già i 20 te li ho dati». E dieci giorni dopo, di fronte all’ennesima richiesta sbotta: «Gli abbiamo dato 10 mila euro per carinerie e lì finisce, non gli diamo più una lira».
«Trova l’appartamento»
Angelo Scozzafava è direttore del dipartimento Promozione dei Servizi Sociali del Campidoglio, da lui passano le pratiche relative ai campi nomadi. I pubblici ministeri sottolineano come «le indagini hanno evidenziato l’ipotesi di una remunerazione della sua attività funzionale da parte del gruppo criminale con la promessa dell’assegnazione di un appartamento in una cooperativa».
Lo sfogo: i nostri sono molto meno ladri di quelli della Pdl. Te lo posso assicura’ io che pago tutti
Il 30 dicembre del 2013 Buzzi parla con Paolo Di Ninno e «accenna all’acquisto di un appartamento per Scozzafava. Ho il prezzo con Scozzafava e va bene l’ipotesi per lui, perché noi, vuol dire risparmiare 200.000 euro. Devi trovare una cosa piccola che per 130.000 euro lui». Di Ninno chiede: «Vanno bene questi due?» e Buzzi precisa: «Associazione cooperativa che aderisce a Eriches che s’intesta l’appartamento… un appartamento che stia molto vicino a 130».
Bonifici per Alemanno
Buzzi e Odevaine: «C’ho rapporti con Luca quindi va bene lo stesso… lo sai a Luca quanto gli do? 5.000 euro ogni mese… e io ne piglio quattromila…»
Nella sua ordinanza il giudice evidenzia come «le erogazioni di utilità verso Alemanno» siano sempre successive a una decisione favorevole all’organizzazione. Oltre a un «pagamento di 75.000 euro per cene elettorali» si ricostruisce che cosa avviene durante la sua permanenza in Campidoglio. «Il 22 novembre 2012 Buzzi inviava un sms ad Antonio Lucarelli (capo della segreteria del sindaco ndr ), Luca Gramazio e Gianni Alemanno: “Problema risolto per il nuovo campo grazie”, ricevendo in risposta da Alemanno il seguente messaggio: “Ok”». Il 27 novembre Buzzi prenota due tavoli da 5 mila euro l’uno «per una cena elettorale in favore di Alemanno, per il giorno 6 dicembre».
Quello stesso 6 dicembre «a pochi giorni dall’approvazione dell’assestamento di bilancio 2012-2014, dai conti correnti delle società riconducibili a Buzzi, venivano effettuati ulteriori bonifici per complessivi 30.000 euro in favore della “Fondazione Nuova Italia”. E il 17 aprile 2013 risulta effettuato un bonifico di 15 mila euro in favore di Fabrizio Pescatori, mandatario elettorale di Alemanno».
Quando in Campidoglio arriva Ignazio Marino e bisogna trovare nuovi referenti viene contattato Franco Figurelli, segretario del presidente dell’Assemblea capitolina Mirko Coratti «per l’aggiudicazione della gara Ama sulla raccolta del Multimateriale; per sbloccare pagamenti sui servizi sociali; per pilotare nomine».
Scrivono gli investigatori dell’Arma: «A tal fine, rivela Buzzi nella conversazione del 23 gennaio 2014, Figurelli veniva retribuito con mille euro mensili, oltre a 10 mila euro per poter incontrare Coratti, mentre a quest’ultimo venivano promessi 150.000 euro per sbloccare un pagamento di tre milioni».
Analogo trattamento veniva riservato a Claudio Turella, direttore del Servizio Giardini. Il 19 giugno 2013 «Buzzi affermava che per “l’emergenza neve” avrebbero dovuto dargli ancora 15 mila euro, a fronte di una somma pattuita di 40 mila euro. E poi imprecava sui 100 mila richiesti, poi ridotti a 30 mila».
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