Consiglio Europeo, approvato il piano di rateizzazione per le quote aggiuntive. Merkel: “Rispettare il patto di Stabilità”
Piano Juncker al via da giugno e concessione agli Stati membri dell’Ue il pagamento rateizzato del contributo al bilancio comunitario derivante dalle nuove modalità di calcolo dei conti pubblici. Queste le conclusioni del Consiglio europeo che sancisce la fine della presidenza italiana. Per quanto riguarda il piano per la crescita il Consiglio ha deciso che “la Commissione presenterà una proposta a gennaio 2015, che il Consiglio è chiamato ad approvare entro giugno, in modo che i nuovi investimenti del piano Juncker possano essere attivati al più presto a metà 2015″. Mentre la Bei, la Banca degli investimenti europei è “invitata a cominciare le attività utilizzando i suoi fondi da gennaio 2015″. Per quanto riguarda i contributi al bilancio, invece, Bulgaria, Cipro, Francia, Italia, Malta, Regno Unito e Slovacchia hanno ricevuto l’autorizzazione dal Consiglio europeo a versare in più tranche il contributo extra, scattato con l’inclusione nel Pil del fatturato del malaffare e di alcune variazioni statistiche. Si risolve così lo scontro che aveva animato l’ultimo vertice del Consiglio europeo del 24 ottobre scorso, quando i capi di governo di Italia e Regno Unito, Matteo Renzi e David Cameron, avevano duramente criticato la “burocrazia” europea.
Le rate
A seguito dell’aggiornamento del ricalcolo del reddito nazionale lordo dei Paesi da parte di Eurostat, infatti, il Regno Unito dovrà versare alle casse comunitarie 2,1 miliardi di euro, mentre l’Italia 400 milioni. I Paesi hanno chiesto di poter versare il conguaglio a rate anziché in un’unica soluzione, e oggi il Consiglio ha accordato questa richiesta.
Il piano Juncker
Via libera dunque al piano Juncker che crea un nuovo fondo per gli investimenti strategici (Efsi) con lo scopo di mobilitare 315 miliardi di euro nel 2015-2017. La Ue “prende nota della posizione favorevole” indicata dalla Commissione verso i contributi dei Paesi, “necessariamente in linea con la flessibilità” esistente. COme ha spiegato lo stesso Juncker: “Se a causa dei contributi al piano di investimenti un Paese violerà i vincoli del Patto di stabilità, questi non saranno presi in considerazione”. “Sono e restano le imprese a fare posti di lavoro”, quindi bisogna innanzitutto “mobilitare investimenti privati”, ha detto al riguardo Angela Merkel nel suo intervento al Bundestag prima del vertice, ricordando che “la disoccupazione giovanile in Europa è ancora troppo alta”. E una volta arrivata a Bruxelles ha dettato la linea che dovrebbe tenere l’Europa: “La politica economica europea deve fondarsi su un consolidamento di bilancio favorevole alla crescita, lo smantellamento della burocrazia eccessiva e il piano di investimenti”. Ai giornalisti ha spiegato che “il programma di investimenti è la prima proposta che sarà discussa” e di essere “molto contenta che la commissione abbia deciso di ritirare 80 progetti legislativi”. Quanto al piano di investimenti europeo, la Merkel ha ricordato che “ognuno deve fare ciò che sa fare meglio, la ue non deve fare tutto” e che “il patto di stabilità va rispettato pienamente perchè dà fiducia agli attori internazionali”.
Il commento di Draghi
Il piano Juncker “accresce la fiducia nell’eurozona”. Così Mario Draghi ai giornalisti aggiungendo che tale operazione “è accolta favorevolmente dalla Bce”. Il fattore importante è costituito dalla “velocità” nell’attuazione del piano e i progetti da finanziare, ha concluso draghi, dovrebbero essere quelli che garantiscono “ritorni più alti”.
La fiducia dell’Ue al governo Renzi
Juncker stesso, secondo quanto affermato a Sky Tg24, chiederà ai governi europei di “rafforzare il capitale iniziale del fondo per gli investimenti strategici”. E ha dato fiducia al governo Renzi. “Quello che abbiamo fatto in questa commissione nei confronti della Francia e dell’Italia, dandogli più tempo visto che avevano difficoltà a sistemare le cose nelle scadenze previste, è un segno di fiducia. Quando un governo mi scrive che farà delle riforme strutturali io gli credo. Quindi sì, ho fiducia nel governo Renzi”, ha commentato il presidente della commissione. Parlando del Ddl Stabilità Juncker ha rivendicato che la commissione “ha dato più tempo all’Italia e in molti paesi sono stato molto criticato per questo perché molti avrebbero voluto che applicassi alla lettera e con severità il patto di Stabilità. Io non ho voluto farlo e non ho voluto dettare al governo e al parlamento italiano quello che avrebbero dovuto fare, ma ho chiesto al governo italiano di mettere nero su bianco su una lettera quello che avrebbe fatto”. Sulla riforma del mercato del lavoro “Renzi è il primo primo ministro che non fa marcia indietro di fronte all’opposizione di quelli che non vogliono cambiare nulla”.
Padoan: “La priorità è la crescita”. Proprio sul piano, Renzi è positivo: “Mi pare che il passo avanti ci sia stato: il piano va nella nostra direzione, quella di considerare gli investimenti fuori dal patto di Stabilità. Però finchè non vediamo la conclusione dei lavori non sono in grado di dire” se la posizione italiana sia realmente stata recepita. Proprio in questo senso il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha sottolineato “i grandi risultati ottenuti nel semestre indicanto la crescita come priorità”. Ancora il premier ha anticipato la posizione dell’Italia nei confronti di Mosca, con un “no assoluto” all’ipotesi di nuove sanzioni.
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