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Bufera al comune di Trani, arrestato il sindaco e altre cinque persone per appalti truccati

Bufera al comune di Trani, arrestato il sindaco e altre cinque persone per appalti truccati

L’inchiesta sull’appalto della vigilanza dei palazzi comunali è sfociata in sei arresti, disposti dal gip del Tribunale di Trani Francesco Messina ed eseguiti questa mattina dagli agenti della Digos della questura di Bari. Si tratta di politici e amministratori del Comune di Trani, tra cui anche il sindaco Luigi Riserbato (Puglia prima di tutto), finito agli arresti domiciliari. Con lui anche il funzionario comunale Edoardo Savoiardo. Mentre sono finiti in carcere l’ex vicesindaco Giuseppe Di Marzio (Fi), il consigliere comunale Nicola Damascelli (movimento Schittulli), l’ex consigliere Maurizio Musci (si è dimesso qualche mese fa, sempre Fi) e l’ex amministratore unico dell’Amiu, Antonello Ruggiero. Sono indagati dal pm Michele Ruggiero, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata a commettere più delitti contro la pubblica amministrazione, concussione, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, ed altro. Indagate a piede libero altre 7 persone.

Le indagini

Le indagini partirono nel 2013 in seguito a una denuncia, che segnalava richieste di mazzette per aggiudicare il servizio di vigilanza degli immobili comunali. L’appalto, fino ad allora gestito dalla cooperativa Vigilanza Tranese, venne aggiudicato alla Sicurcenter di Palermo. Le indagini subirono un’accelerata con l’incendio doloso del capannone per la vendita di infissi della famiglia di Damascelli, avvenuto a fine settembre 2013.

Indagati a piede libero

Indagati a piede libero l’ex segretario comunale Pasquale Mazzone; l’ex dirigente dell’ufficio tecnico, Claudio Laricchia (attualmente in servizio al Comune di Bari); l’ex dirigente alle Finanze Yanko Tedeschi (arrivato in prestito dalla Provincia Bat) e la vigilessa Elsa Coppola, tutti componenti della commissione di gara per l’aggiudicazione dell’appalto; più i responsabili della Sicurcenter Francesco Lupo, Massimo Aletta e Nicola Lisi.

L’ordinanza

Secondo l’ordinanza, gli amministratori comunali coinvolti avevano costituito “un comitato politico-affaristico”, anzi un “sistema” che “comandava” a Trani. In particolare, venivano imposte assunzioni assunzioni lavorative in società comunale, “secondo logiche clientelari” e persino “dietro minaccia di ritorsioni”.