Al Quaeda rivendica in un video l’attentato a Charlie Hebdo. Lunghe code per l’acquisto del nuovo numero della rivista satirica
Il ricercatissimo «quarto uomo», complice dei fratelli Kouachi e di Amedy Coulibaly negli attacchi terroristici della settimana scorsa, è stato identificato dagli inquirenti grazie alle chiavi di una moto trovate nel rifugio di Coulibaly, secondo quanto si apprende da Le Parisien. L’uomo potrebbe però essere già fuggito in Siria.
Intanto l’attentato a Charlie Hebdo è stato rivendicato da Al Quaeda in un video.
AL QUAEDA: “A PARIGI SIAMO STATI NOI”
Il leader di Al Qaeda nello Yemen, appraso in un video messaggio, ha rivendicato l’attacco a Charlie Hebdo, dicendo che è stato sferrato su «ordine» del leader Ayman Zawahri. Nel video di oggi al-Ansi dice che Al Qaeda nello Yemen ha scelto l’obiettivo, ha studiato un piano e ha finanziato l’operazione e minaccia nuove «tragedie e terrore». La Francia «appartiene al partito di Satana», dice ancora Al-Ansi, e la strage al giornale «ha vendicato il profeta».
CHARLIE TORNA IN EDICOLA
Intanto oggi è il giorno della rinascita di Charlie Hebdo: la rivista satirica ha inondato le edicole di tutta Europa con 3 milioni di copie, in 16 lingue diverse. Lunghe code si sono verificate in tutto il Paese a partire dalle prime ore dell’alba e moltissime persone non riuscite ad acquistarne una copia al punto che il settimanale ha deciso di aumentare la tiratura a 5 milioni di copie. Le principali organizzazioni musulmane in Francia hanno rivolto un appello alla comunità perché si mantenga «la calma, evitando reazioni emotive».
L’IRAN CONDANNA LA COPERTINA
Il ministero degli Esteri iraniano ha condannato la pubblicazione della vignetta raffigurante Maometto sulla copertina in edicola del settimanale. «Il rispetto delle convinzioni e delle santità di religioni divine è un principio indiscusso e ci si aspetta che gli statisti europei seguano questo principio», ha detto la portavoce del ministero, Marziyeh Afkham. «L’uso improprio della libertà di parola nell’Occidente non è accettabile e dovrebbe cessare», ha proseguito.
L’Iran, ha aggiunto la portavoce, «condanna atti provocatori. L’iniziativa del settimanale francese offende e provocherà i sentimenti dei musulmani nel mondo». «È necessario che i governi europei compensino per gli sbagli passati nelle loro politiche nei confronti dei gruppi estremisti e adottino politiche proporzionate all’interesse di tutte le nazioni e dei seguaci (delle varie religioni). Molte nazioni pagano per le politiche sbagliate dell’Occidente», ha concluso Afkham.
Anche l’autorità musulmana d’Egitto, Dar al-Ifta, ha definito il nuovo numero «una provocazione ingiustificata nei confronti del miliardo e mezzo di musulmani in tutto il mondo».
LA TURCHIA VIETA LA PUBBLICAZIONE DELLE VIGNETTE DI CHARLIE
La polizia turca ha controllato le copie del quotidiano laico di opposizione Cumhuriyet prima che arrivassero nelle edicole per verificare che non vi fossero pubblicate vignette di Charlie Hebdo su Maometto. Cumhuriyet aveva annunciato di voler pubblicare una selezione di vignette come gesto di solidarietà. Gli agenti hanno bloccato i camion con le copie pronte per essere distribuite proprio fuori dalla tipografia, ma non avendo trovato nessuna vignetta «offensiva» nei confronti della religione non ne hanno bloccato la distribuzione. Su Cumhuriyet oggi ci sono quattro pagine di disegni satirici di Charlie Hebdo, ma nessuna che riguardi Maometto. Anche se a pagina 5 del quotidiano, accanto ad un editoriale, appare la copertina di oggi del settimanale satirico francese.
ARRESTATO DIEUDONNE’
Il controverso comico francese Dieudonné è in stato di fermo per apologia del terrorismo. Il provvedimento nei suoi confronti è scattato alle 7 di questa mattina, rende noto l’emittente francese i-Télé. Due giorni fa era arrivata la notizia dell’apertura da parte del Tribunale di Parigi di un’inchiesta per «apologia del terrorismo» a seguito delle dichiarazioni con cui il comico sulla propria pagina Facebook aveva detto di sentirsi “Charlie Coulibaly”.
IERI L’ADDIO ALLE VITTIME IN FRANCIA E ISRAELE
Ieri è stato il giorno dell’omaggio alle vittime degli atti terroristici in Francia: a Parigi, si è svolta una cerimonia in onore dei tre poliziotti assassinati (ed è stato sepolto, nel cimitero musulmano di Bobigny l’agente musulmano, Ahmed Merabet); in contemporanea a Gerusalemme, i funerali dei quattro ebrei uccisi nel bagno di sangue scatenato dai fratelli Kouachi e da Amedy Coulibaly. E intanto arriva un nuovo orrore dall’Isis: in un video, l’esecuzione di due “agenti russi”, e il boia stavolta è un ragazzino di appena 10 anni.
IN EUROPA 5000 JIHADISTI /
Mentre Parigi seppellisce le vittime delle stragi a Charlie Hebdo e al negozio kosher, irrompe un allarme terrorismo che spaventa l’Occidente europeo: secondo il capo di Europol, Rob Wainwrightm, tra 3.000 e 5.000 cittadini europei hanno lasciato il continente per unirsi agli jihadisti di Isis o di al Qaeda per combattere in Siria, Iraq o in altri fronti.
“IMPOSSIBILE PREVENIRE NUOVI ATTACCHI”
“IMPOSSIBILE PREVENIRE NUOVI ATTACCHI”
Il capo dell’antiterrorismo Ue, Gilles de Kechove, ha avvertito che «non si possono prevenire nuovi attacchi al 100%». La soluzione, ha aggiunto, non può essere quella di imprigionare i cosiddetti «foreign fighters» (gli occidentali andati a combattere in Siria ed Iraq che tornano in patria) perché le carceri sono diventate «grandi incubatrici» di radicalizzazione.
Social