Libia, italiani tutti a casa: rimpatriati 60 connazionali su un mercantile maltese. Ambasciata chiude i battenti
L’ambasciata d’Italia a Tripoli ha sospeso oggi le sue attività in relazione al peggioramento delle condizioni di sicurezza. Lo rende noto la Farnesina, precisando che il personale è stato temporaneamente rimpatriato via mare. I servizi essenziali saranno comunque assicurati.
Sono circa 60 gli italiani rimpatriati dalla Libia, imbarcati su un mercantile maltese. E’ quanto apprende l’Adnkronos. La nave, su cui sono stati imbarcati anche una ventina di mezzi, tra auto e camion, è uscita dalle acque territoriali libiche ed è sorvegliata dall’alto da un aereo senza pilota Predator. In zona si trovano la fregata ‘Bergamini’ della Marina militare che a bordo ha un elicottero e due aerei che sorvolano l’area.
E’ stato il peggioramento della situazione a richiedere ora “un impegno straordinario e una maggiore assunzione di responsabilità, secondo linee che il governo discuterà in Parlamento a partire dal prossimo giovedì 19 febbraio”, ha affermato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Che ha aggiunto: “L’Italia promuove questo impegno politico straordinario ed è pronta a fare la sua parte in Libia nel quadro delle decisioni dell’Onu”.
Nelle ultime settimane, e fino a poche ore fa, la Farnesina e l’ambasciata a Tripoli hanno nuovamente e direttamente ribadito la raccomandazione agli italiani, in particolare a quanti presenti in Libia per ragioni di lavoro, a lasciare temporaneamente il Paese alla luce della crescente instabilità sul terreno. In questo quadro ai connazionali è stata anche offerta assistenza logistica.
In mattinata fonti della Farnesina hanno ricordato che in un avviso pubblicato il primo febbraio scorso sul sito ‘Viaggiare sicuri’ del ministero degli Esteri si ribadiva, “a fronte del progressivo deterioramento della situazione di sicurezza” e “a seguito dell’attacco terroristico che si è recentemente verificato all’Hotel Corinthia, il pressante invito ai connazionali a non recarsi in Libia e a quelli tuttora presenti a lasciare temporaneamente il Paese”.
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