Torino, sedicenne ripresa nel bagno di un locale mentre fa sesso, il video fa il giro del web. La vittima: “Solo ora capisco cosa ho fatto”
Ha un piercing pesante sul viso e la voce leggera leggera, un soffio. «Sono un po’ incazzata», dice. Un po’? «Tutti giudicano, senza conoscermi».
Lei è la vittima, anche se ancora non lo sa. Non lo sa fino in fondo
Non se ne rende conto. Pallida, 16 anni, una riga nera di trucco sugli occhi, la notte di sabato 13 febbraio si è chiusa nel bagno della discoteca «Loud» con un ragazzo: «L’ho conosciuto lì. Ha 19 anni. Mi ha detto: “Andiamo?”». Quello che hanno fatto insieme è stato ripreso da due telefoni cellulari e condiviso sui social network da oltre tremila persone. Un video che non si potrà mai cancellare del tutto. E giù insulti, «mi piace», battute becere. È stata la vicepreside a convincerla a sporgere denuncia, dopo che quasi tutti – nel liceo che frequenta – avevano ricevuto il video e commentato.
«Era la prima volta che andavo al Loud», dice questa ragazzina dolce e insicura. «In realtà, io e la mia migliore amica volevamo andare al Top Club. Ma una compagna delle medie mi ha scritto un messaggio. Ha detto che c’era dj Vinai, uno famoso. Abbiamo comprato i biglietti in prevendita. Eravamo in 3 mila. Ho bevuto un rum cola o un gin cola, non me lo ricordo. Però solo un drink». Eri ubriaca? «Non troppo». Conosci quelli che hanno registrato il video? «No. Secondo me erano già lì ad aspettare fuori dal bagno. Magari ne hanno fatti altri».
Appuntamento alle tre di pomeriggio sulla panchina di un parco, vicino alle altalene
La vittima inconsapevole si presenta con la sua migliore amica. Sono identiche: parka verde, scarpe da skaters, unghie colorate, poche parole per ogni risposta. Quando hai saputo del video? «Domenica. Mi sono alzata tardi». E poi? «Sentivo Skrillex in cuffia, cucinavo i noodles per colazione-pranzo». Chi te l’ha detto? «È stata lei, la mia migliore amica. Aveva saputo da un tipo. Ha detto: gira un video». E tu, come ti sei sentita, cosa hai fatto?«Ho scritto al ragazzo che era con me nel bagno».
Su WhatsApp è rimasto lo scambio preciso di quella domenica
Lei: «Ehi sta girando un video su Facebook…. Tu hai idea di chi cazzo è stato?». Lui: «No». «Bloccalo». «Io non riesco a vederlo». Lei: «Tu li conosci?». Lui: «Io non ne sapevo nulla». «Non sono io». «E vabbè se non dà fastidio a te, a me non tocca più di tanto». Lei: «A me stanno scrivendo tutti in generale ahahahahah». Lui: «Massì tanto qualche giorno e tutti si saranno dimenticati». Lei: «Però si vedono le facce». Ed era solo l’inizio dell’onda.
La scorsa settimana, per tre giorni la vittima non va a scuola
Finge di essere malata. Non dice niente a sua madre. Il video continua ad arrivare nel telefono, moltiplicato da tutte le parti. Lo vedono persino i professori. Giovedì la sua migliore amica viene convocata nell’ufficio della vicepreside: «Mi ha detto che dovevamo denunciare. Ha usato queste precise parole: “Almeno mettiamo nei casini chi ha fatto lo stronzo”». Resteranno le uniche parole di indignazione.
La vittima dice: «Quel giovedì pomeriggio, quando mia madre è tornata a casa dal lavoro – lei fa l’impiegata – le ho detto che c’era questa cosa. Siamo andati dalla polizia postale, ma non ho spiegato proprio tutto, perché mi vergognavo davanti a lei. Poi sono tornata da sola, il giorno dopo. E ho fatto vedere il video ai poliziotti». C’è un muro altissimo che separa il mondo degli adulti. «Mio padre se ne è andato quando avevo 6 anni. L’ho incontrato per caso il giorno del mio compleanno in via Roma. Mi ha fatto gli auguri». Hai confidato a tua madre la prima volta che hai fatto l’amore? «No. È stata a maggio. Con il mio ex fidanzato. Siamo stati tre mesi insieme». E adesso, non vorresti fidanzarti? «Io sono fidanzata. Lo ero anche quella sera al Loud». Ah, e lui come l’ha presa? «Mi ha detto che gli dava fastidio, di non farlo più». In un’ora e mezza, mai una risata. Mai un gesto di rabbia. «Siamo apatiche», dice.
Racconta dei poster in camera, Lady Gaga, Rihanna, Lana del Rei
Racconta di come sia stato tornare a scuola dopo la denuncia: «La maggior parte dei compagni sono con me. Quelli che rompono, sono tutti da fuori». Sei triste? «No. Mi dispiace. So che commentano. Però un amico di Facebook mi ha chiesto scusa per aver pubblicato il video. Non si era reso conto». Cosa vuoi fare da grande? «Finire l’università. Trovarmi un lavoro un po’ serio. Magari la biologa». E con il ragazzo del Loud? «Quando gli ho detto che volevo andare dalla polizia, si è arrabbiato. E mi ha pure bloccata su Facebook». Bloccata? «Tagliata fuori. Ma non importa. Non lo cerco più».
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