Siria, Nazioni Unite e Lega Araba schierano Kofi Annan. A Tunisi vertice per gli aiuti umanitari
Sono oltre 50 i ministri degli Esteri di Paesi occidentali e arabi che oggi, a Tunisi, chiederanno al governo siriano un immediato cessate il fuoco per consentire la distribuzione di aiuti ai civili in assenza di un consenso internazionale su un intervento per metter fine alle violenze in corso da meta’ marzo nel Paese. Nel vertice ribattezzato degli ‘Amici della Siria‘, l’obiettivo e’ quelllo di stilare una risoluzione che chiede la fine immediata delle violenze per permettere al personale delle Nazioni Unite di entrare a Homs, sotto assedio da 20 fiorni, e alle agenzie umanitarie di consegnare beni di prima necessita’ alla popolazione.
Nazioni Unite e Lega Araba intanto hanno nominato l’ex Segretario generale dell’Onu Kofi Annan come nuovo inviato speciale in Siria, dove da meta’ marzo e’ in corso una rivolta popolare repressa nel sangue dal regime di Baashar al-Assad. In un comunicato congiunto le Nazioni Unite e la Lega Araba hanno fatto sapere di essere ”grate ad Annan per aver accettato questa importante missione in un momento critico per il popolo della Siria”. Annan “si consultera’ ampiamente e coinvolgera’ tutti gli interlocutori interessati dentro e fuori la Siria con l’obiettivo di metter fine alle violenze”, prosegue il testo. Presto verra’ anche nominato un vice inviato.
Annan, di origini ghanesi, e’ stato per due volte Segretario generale delle Nazioni Unite dal 1997 al 2006. Nel 2008 e’ stato chiamato a svolgere un ruolo di mediazione nelle rivolte sanguinose in Kenya. Annan agira’ ora in base a un mandato previsto da una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvata la scorsa settimana e in base a quanto stabilito dalle risoluzioni che la Lega Araba ha votato sulla Siria.
Le violenze del regime sono riprese anche oggi. Secondo gli attivisti dei Comitati di coordinamento locale in mattinata la repressione ha fatto almeno 13 morti, tra cui due minori. Le vittime si concentrano a Homs e Idlib. Secondo gli attivisti, dall’inizio delle violenze in Siria a meta’ marzo si registrano oltre 7.600 morti.
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