Monza, il tribunale chiude il caso Berlusconi-Lario: il Cavaliere dovrà versare alla moglie 1 milione e 400 mila euro al mese. Lei aveva chiesto oltre 3 milioni
Un milione e 400 mila euro al mese. E’ questo l’assegno di mantenimento mensile che Silvio Berlusconi dovrà versare a Veronica Lario. E’ quanto ha deciso il tribunale di Monza – competente, in quanto all’epoca Veronica era residente a Macherio – confermando la cifra che il giudice Anna Maria di Oreste aveva indicato durante la cosiddetta udienza presidenziale (quella a cui partecipano anche i coniugi) della causa di divorzio. La richiesta della Lario era di oltre 3 milioni.
Lo stesso tribunale nel febbraio del 2014 aveva sciolto il matrimonio fra l’ex premier e la moglie lasciando però aperto il capitolo economico di un divorzio a sei zeri, visto che tra i due non si era raggiunto nessun accordo economico. Le nozze erano state celebrate nel dicembre 1990 dall’allora sindaco Psi di Milano, Paolo Pillitteri, dopo la nascita dei figli Barbara, Eleonora e Luigi.
Il tribunale ha parametrato l’assegno mensile che percepirà l’ex first lady sul patrimonio di Berlusconi. La cifra (che al netto delle tasse scende a 800mila euro) potrà garantire all’ex first Lady lo stesso tenore di vita che ha condotto durante il matrimonio con l’ex premier. Nello stabilire l’appannagio, il giudice ha considerato l’insufficienza delle risorse della Lario date da una società che possiede un palazzo a Milano e due edifici a Milano 2, donati dall’ex marito durante il matrimonio, i cui costi di manutenzione e di mantenimento sono abbastanza rilevanti rispetto alla loro rendita.
L’ex signora Berlusconi, al secolo Miriam Bartolini, e l’ex capo del governo avevano cercato di trovare un accordo nel tempo, ma ogni tentativo era sempre franato, compresa la richiesta dell’ex first lady, a titolo di ‘buona uscita’ di una cifra forfetaria di circa mezzo miliardo di euro. La signora Lario in sede di separazione si era vista riconoscere 3 milioni e mezzo di alimenti. Cifra che era stata impugnata da Berlusconi davanti al tribunale di Monza.
A stabilire la cifra di 36 milioni all’anno era stato il tribunale di Milano. In cambio la signora avrebbe rinunciato alla villa di Macherio e a contestare all’ex marito l’addebito “per colpa”: una decisione che mandò su tutte le furie l’ex capo del governo che definì i tre giudici donna “femministe e comuniste” provocando una pioggia di polemiche e anche la reazione dei vertici degli uffici giudiziari di Milano.
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