Ospedale Israelitico di Roma, 17 arresti per falso e truffa per dirigenti, medici e operatori della casa di cura. Ai domiciliari anche Mastrapasqua, ex presidente dell’INPS
I carabinieri del Nas di Roma, insieme al personale del Gruppo, del Reparto operativo e del comando per la Tutela della Salute di Roma e coadiuvati dai reparti del comando provinciale di Roma, hanno dato esecuzione a 17 misure restrittive, di cui 14 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, nei confronti di altrettanti dirigenti, medici e operatori della casa di cura privata ‘Ospedale Specializzato Israelitico’ di Roma.
I provvedimenti emessi dal gip del Tribunale di Roma sono riconducibili ai risultati di un’indagine, condotta dal Nas di Roma e coordinata da un pool della procura della Repubblica di Roma, relativamente alle ipotesi di reato di falso e truffa in danno della sanità pubblica.
Tra le persone colpite da ordine di custodia cautelare ai domiciliari c’è anche Antonio Mastrapasqua, già dirigente dello stesso ospedale ed ex presidente dell’Inps.
Contestualmente all’esecuzione dei 17 provvedimenti cautelari, l’Autorità giudiziaria di Roma ha disposto il sequestro preventivo per equivalente pari all’ammontare di 7,5 milioni di euro. Si tratta, fanno sapere i carabinieri, “della somma riconducibile alla indebita richiesta economica eccedente le prestazioni realmente erogate della struttura ospedaliera”.
Era il 29 settembre del 2014 quando i Carabinieri entrarono all’Ospedale Israelitico di Roma, in alcuni uffici regionali e in ambulatori nel corso di un’inchiesta condotta dal Procura di Roma. L’ipotesi era quella di truffa relativa a rimborsi chiesti alla Regione Lazio per malattie che non corrispondevano alla diagnosi. Questa mattina, dopo poco più di un anno, sono scattate le misure cautelari.
Secondo la procura ci sarebbe stato un accordo tra gli indagati per truffare il Sistema sanitario nazionale e ottenere rimborsi più elevati rispetto ai costi effettivamente sostenuti dalla struttura.
Le indagini si sono concentrate sui conti della struttura tra il 2006 e il 2009, e avrebbero evidenziato quelli che furono ribattezzati ‘interventi fantasma’.
La Regione Lazio già un anno fa sottolineava come “i fatti relativi alle fatturazioni al centro dell’inchiesta risalgono al periodo 2006/2009. Nel 2011 e nel 2012 con due diversi decreti la precedente amministrazione ratificò accordi che consentivano la liquidazione, al momento bloccata, delle prestazioni erogate. Nel 2014 – avvertiva la Regione – con il decreto 128 l’attuale amministrazione in autotutela ha annullato i due provvedimenti, ricalcolando l’entità delle prestazioni erogate dal 2006 al 2009 e risultate dalle verifiche non congrue per 17 milioni di euro”.
Social