Renzi ai giovani: “Girano un sacco di bufale su Watsapp, c’e’ chi lavora per aumentare la paura. Non fatevi fregare”
“Girano un sacco di bufale, messaggi strani su Facebook o Twitter, io l’ho avuto su Whatsapp, in cui qualcuno pensa di essere simpatico o divertente ma non si rende conto che suscita e crea un clima di paura e talvolta di panico: vorrei invitare tutti a non cascarci, a non farvi fregare da questo clima che qualcuno vorrebbe creare”. Lo dice il premier Matteo Renzi in un messaggio vocale sull’emergenza terrorismo.
Una bufala sulla quale la Procura della Repubblica di Roma è pronta ad aprire un’indagine. E sulla quale è intervenuta anche la Polizia, attraverso la pagina Facebook ‘Una vita da social’, mettendo in guardia sulla leggenda metropolitana diffusa via Whatsapp, che parla di possibili attacchi. Si tratta di un messaggio vocale in cui una madre avverte la propria figlia che vive a Roma di non uscire di casa perché ci sarà un attentato nel centro della città.
Ad essere colpiti saranno soprattutto i giovani che frequentano i luoghi della movida. La donna dice di avere una fonte sicura di informazioni, un’amica che lavora al Ministero dell’Interno.
Il messaggio si è rapidamente diffuso sui social, passando dai telefonini di moltissimi utenti che utilizzano questa messaggistica e rischia di creare ulteriore allarmismo in una città in cui ogni giorno le forze dell’ordine devono verificare diversi allarmi bomba, tutti finora rivelatisi falsi. Renzi ha chiesto di “verificare, perché è procurato allarme”.
Anche la pagina Facebook di Agente Lisa, lo spazio social gestito dalla Polizia di Stato, ha condiviso la bufala avvertendo gli utenti del falso allarme. Un post rassicurante che a sua volta si è ben presto diffuso in rete, letto da oltre 2milioni di persone. “In un periodo di allerta antiterrorismo, molti falsi allarmi mirano a generare caos e far dilagare la paura. Occhio alla #bufala ‘fresca fresca’ che gira su Whatsapp da ieri. Se vi capita di ricevere questo messaggio audio, cancellatelo. Bisogna stare attenti, sì ma senza vivere nel terrore”.
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