Ferrovie dello Stato andrà in Borsa con un nuovo management: si dimette tutto il Cda della compagnia
Ferrovie dello Stato andrà in Borsa con un nuovo management: dopo la decisione del Consiglio dei Ministri della scorsa settimana, oggi il cda della società – compresi il presidente Marcello Messori e l’ad Michele Mario Elia – ha rassegnato in blocco le sue dimissioni. Nella nota, la società annuncia inoltre che «un’assemblea per la nomina del nuovo Consiglio sarà convocata il più presto possibile».
Così, a traghettare a piazza Affari le Fs, sarà un nuovo gruppo dirigente: secondo il Dpcm approvato dal Governo, verrà collocato sul mercato il 40% delle azioni entro la seconda metà del 2016. La volontà dell’esecutivo è quella di non perdere tempo. In una nota, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan dopo aver espresso «a tutti gli amministratori, e in particolare a Marcello Messori e a Michele Elia nei rispettivi ruoli di presidente e amministratore delegato la gratitudine del Governo per il lavoro svolto», ha così sottolineato: «Provvederemo rapidamente alla nomina del management chiamato a condurre la società nel processo di valorizzazione avviato formalmente con il DPCM varato questa settimana dal Governo». Secondo indiscrezioni, in pole position a guidare il gruppo sarebbe Renato Mazzoncini, attuale ad di BusItalia, la controllata di Fs per il trasporto passeggeri con autobus.
Nonostante fossero nell’aria, l’annuncio delle dimissioni del gruppo dirigente di Fsha scatenato polemiche: «Le dimissioni del cda del Gruppo Fsi, quale conseguenza della diversità di vedute con il Governo rispetto alla privatizzazione del Gruppo, evidenziano quanto sia sbagliato affrontare una scelta così complessa e strategica per il Paese con mere logiche di far cassa», afferma in una nota il segretario generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi secondo il quale «questa logica di svendere asset tanto strategici per l’Italia con diktat privi di buon senso non faranno che produrre danni ad una economia ancora troppo debole e mettono in pericolo le prospettive occupazionali». Critico anche Stefano Fassina: «Le dimissioni odierne del consiglio di amministrazione delle Ferrovie dello Stato, che seguono la scelta del governo di privatizzare Fs, confermano la volontà di disinvestimento dell’esecutivo nei confronti del servizio pubblico di mobilità delle persone, un vero e proprio Bene Comune». «Ora – prosegue l’esponente di Sinistra Italiana – pagheranno i pendolari, che avranno in futuro servizi ancora peggiori, anche perché i privati ovviamente investiranno solo sui settori remunerativi a partire dall’Alta Velocità.
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