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La Gran Bretagna fuori dalla Ue, Brexit si afferma col 52% e crollano i mercati mondiali. Cameron si dimette: “Al Paese serve un nuovo leader”

La Gran Bretagna fuori dalla Ue, Brexit si afferma col 52% e crollano i mercati mondiali. Cameron si dimette: “Al Paese serve un nuovo leader”

La Gran Bretagna uscirà dall’Unione Europea: la Brexit ha vinto al referendum con il 51,9% dei voti. Per il ‘Remain’, a quanto emerge dai risultati definitivi, si è espresso il 48,1% degli elettori britannici. Le schede conteggiate, ha dichiarato il presidente della Commissione elettorale britannica Jenny Watson, sono state 33.577.342: a favore dell’uscita dall’Ue hanno votato 17.410.742 cittadini britannici, mentre contro 16.141.241. L’affluenza alle urne è stata del 72,2% (La mappa del voto /Infografica).

LE DIMISSIONI DI CAMERON – Dopo la vittoria della Brexit, il premier britannico David Cameron , in una dichiarazione da Downing Street, ha annunciato le dimissioni: “Penso che il Paese abbia bisogno di un nuovo leader”. Ed il nuovo primo ministro sarà eletto “in ottobre”, al congresso del Partito conservatore. Cameron ha anche chiarito che sarà “il nuovo primo ministro a condurre i negoziati” per l’uscita dall’Ue.

JOHNSON: “VOTO GIUSTO” – Il voto è stato “giusto e inevitabile”, ha commentatol ‘ex sindaco di Londra Boris Johnson, uomo simbolo del Leave, spiegando che è diritto del popolo eleggere persone che prendono decisioni importanti nella loro vita. “Hanno deciso di votare per riprendere il controllo”. Johnson ha definito Cameron un “uomo coraggioso e di principio”, ringraziandolo per il referendum ed elogiando il suo “conservatorismo compassionevole”.

FARAGE ESULTA – Esulta invece Nigel Farage, leader del Partito indipendentista Ukip, che ha commentato: “Ci siamo ripresi il Paese, questa è una vittoria della gente vera, della gente normale, della gente dignitosa”. Il leader laburista britannico Jeremy Corbyn ha dichiarato: “Chiaramente ci sono davanti a noi giorni difficili”. Per Corbyn la Brexit sarebbe la conseguenza di “tagli alla spesa e del distacco economico di molte comunità”.

BORSE NEL PANICO- La Brexit ha creato il panico nelle Borse e ha fatto crollare la sterlina, che nel corso dello spoglio che man mano dava in vantaggio il ‘leave’ dall’Unione europea, è arrivata a perdere il 10% sul dollaro, raggiungendo quota 1,33, il valore più basso degli ultimi 30 anni. La Banca d’Inghilterra in una nota ufficiale, diffusa in seguito al risultato del referendum, assicura: “Prenderemo tutte le misure necessarie per garantire la stabilità monetaria e finanziaria”. Bank of England è pronta a sostenere l’economia nazionale con oltre 250 miliardi di sterline (344 miliardi di dollari).

RIUNIONE UE – Intanto, il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk annuncia: “Ho proposto ai leader dell’Ue un incontro informale dei 27 a margine del Consiglio Europeo (del 28-29 giugno, ndr). E ho anche proposto ai leader di iniziare riflessioni più ampie sul futuro dell’Ue”. “Non ci sarà alcun vuoto giuridico. Finché il Regno Unito – spiega – non lascerà formalmente l’Ue, le leggi Ue continueranno ad applicarsi al Regno Unito e nel Regno Unito, in termini sia di diritti che di doveri”.

VERTICE A BERLINO – La cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande, il premier italiano Matteo Renzi e il presidente dell’Ue Donald Tusk si riuniranno lunedì a Berlino, in anticipo sul vertice Ue del giorno successivo.

MERKEL: “COLPO PER L’EUROPA” -La cancelliera tedesca ha dichiarato: “Non si può evitare di dirlo. E’ un colpo per l’Europa”. “Cosa accadrà nei prossimi giorni, mesi, anni dipenderà da cosa noi, i rimanenti 27 paesi, saremo in grado e vorremo fare”, ha aggiunto.

RISCHIO EFFETTO DOMINO – Ora si teme un effetto a catena negli altri Paesi dell’Ue. “Evviva il coraggio dei liberi cittadini! Cuore, testa e orgoglio battono bugie, minacce e ricatti. Grazie Uk, ora tocca a noi. #Brexit”, scrive Matteo Salvini in un tweet.

Mentre la leader della destra francese Marine Le Pen sottolinea sempre su Twitter: “Bisogna adesso fare lo stesso referendum in Francia ed in altri Paesi europei”.

Per il copresidente del partito euroscettico tedesco ‘Alternativa per la Germania’ (Afd), anche ai tedeschi dovrebbe essere permesso di votare sulla propria adesione all’Ue. “Loro hanno scelto, noi no – ha scritto su Facebook Joerg Meuthen, che guida il partito insieme a Frauke Petry – Referendum! E’ ora di cambiare”.

Esulta Geert Wilders, il leader euroscettico olandese. “Urrà per i britannici – scrive su Twitter – Adesso è il nostro turno, è il momento di un referendum in Olanda”. E poi, sul suo sito web, scandisce: “Vogliamo essere noi i responsabili del nostro Paese, dei nostro soldi, dei nostri confini e della nostra politica migratoria. Se diventerò primo ministro, ci sarà un referendum in Olanda sull’uscita dalla Ue. Lasciate decidere agli olandesi”.

Secondo il presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz però la decisione della Gran Bretagna di lasciare l’Ue non innescherà decisioni simili in altri Stati membri. “Non ci sarà alcuna reazione a catena – ha detto Schulz alla tv pubblica tedesca Zdf – non credo che altri Paesi saranno incoraggiati a percorrere questa strada pericolosa”.

Una scelta “dolorosa” ma che “rispetta”. Così si è espresso il presidente francese François Hollande: “Il voto britannico mette in difficoltà l’Unione europea. Bisogna prendere conscienza delle sue insufficienze – ha dichiarato – La Francia continuerà a lavorare con questo paese amico, i nostri rapporti stretti saranno preservati”, ma per l’Ue, “è necessaria una reazione, l’Unione deve riaffermare i propri valori, libertà, solidarietà, pace”.

Hollande ha quindi assicurato la sua intenzione di “fare di tutto per farci adottare un cambiamento profondo anziché il ripiegamento” e proposto la “Francia come paese che può trainare gli altri ed essere garante del futuro del nostro continente”.

Per il premier greco Alexis Tsipras, che l’anno scorso convocò un referendum sulla permanenza del suo Paese nell’euro, vincendo il suo azzardo, si tratta invece di “una sveglia per l’Europa contro i tecnocrati arroganti”. Un esito che rappresenta uno “sviluppo negativo” per l’Unione, che ha invece bisogno di “una visione nuova”.

“Il risultato del referendum – ha detto Tsipras – dovrebbe agire come una sveglia per i sonnambuli che camminano verso l’abisso. La parole arroganti dei tecnocrati hanno provocato rabbia nella gente. Abbiano bisogno di riforme progressiste per innalzare un muro contro l’euroscetticismo”.

LE REAZIONI IN USA – “Il popolo del Regno Unito si è pronunciato, e rispettiamo la sua decisione”. Così si è espresso il presidente degli Stati Uniti Barack Obama in una nota. “La speciale relazione tra Stati Uniti e Regno Unito è duratura e l’appartenenza del Regno Unito della Nato resta una pietra angolare della politica estera, di sicurezza, economica degli stati Uniti”, continua la nota.

“Così anche è per la nostra relazione con l’Unione Europea – afferma Obama – che ha fatto tanto per promuovere la stabilità, stimolare la crescita economica, e favorire la diffusione di valori ed ideali democratici attraverso il continente ed aldilà di esso”.

“Il Regno Unito e l’Unione Europea resteranno partner indispensabili degli Stati Uniti – conclude il presidente – anche mentre inizieranno a negoziare il loro rapporto per garantire continuità alla stabilità, sicurezza e prosperità per l’Europa, per la Gran Bretagna, il Nord Irlanda e il mondo”,

Il candidato del Partito Repubblicano alle prossime elezioni presidenziali degli Stati Uniti, Donald Trump , oggi in Scozia, ha salutato così la vittoria del ‘Leave’: “I britannici si sono ripresi il controllo del loro Paese “.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, “si aspetta” che, anche dopo la Brexit, la Gran Bretagna e l’Unione Europea continueranno ad esercitare il loro ruolo di leadership al Palazzo di Vetro. Lo ha detto il portavoce di Ban, Stephane Dujarric, definendo entrambi “partner importanti”.

“Il segretario generale si aspetta che l’Ue continui a essere un partner solido per le Nazioni Unite sui temi dello sviluppo e umanitari – ha sottolineato – come sulla pace, la sicurezza e le migrazioni. Si aspetta inoltre che il Regno Unito continui ad esercitare la sua leadership in molte aree, incluso lo sviluppo. Spera veramente molto che questo continui”.

Infine, Ban Ki-Moon ha espresso “fiducia nella storia di pragmatismo e senso di responsabilità della Ue”, quando inizierà il negoziato per l’uscita, sottolineando infine che “quando si lavora insieme si è più forti”.