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Lusi, sotto inchiesta anche la famiglia. L’ex tesoriere: Questa partita fa saltare il centrosinistra. E accusa: Tutti sapevano, dove sono finiti altri 181 milioni?

Coinvolge anche alcuni familiari del senatore Luigi Lusi l’inchiesta scaturita dalla sottrazione di denaro dalla casse della Margherita. Nel provvedimento di sequetro emesso oggi per bloccare 5 immobili, una villa e due milioni di euro, vengono indicati anche i nomi dei familiari dell’ex tesoriere Dl iscritti nel registro degli indagati. Si tratta della moglie di Lusi, Giovanna Petricone, di 46 anni, accusata di avere ricevuto dal marito assegni per oltre 3 milioni di euro e perciò indagata per ricettazione e concorso in riciclaggio.
Accuse che vengono estese anche al fratello della donna, Francesco Giuseppe Petricone. A lui la sorella avrebbe girato un milione e 601mila euro tramite una società di diritto canadese da lui amministrata, la ‘Luigia ltd’.
Per questo episodio il magistrato ha configurato nei riguardi di Lusi, della moglie e del fratello di questa il reato di trasferimento fraudolento di beni. Altra indagata è la nipote acquisita del senatore Lusi Micol D’Andrea. Per lei l’imputazione è impiego di denaro di provenienza illecita e di concorso insieme con il senatore di trasferimento fraudolento di beni. L’accusa si riferisce al fatto che Micol D’Andrea è titolare dell’usufrutto di Villa Elena di Ariccia oggi finita sotto sequestro.
A mettere in allarme gli investigatori è stato il fatto che mentre Lusi dichiarava un imponibile di 400 mila euro l’anno acquistava l’immobile di via Monserrato e la villa di Genzano sottoposti poi a imponenti lavori di ristrutturazione ammontanti a 4 milioni di euro. Altro sospetto che fosse in grado di acquistare con una ulteriore gravosissima spesa Villa Elena di Ariccia poi finita in usufrutto a una nipote acquisita.
Nel documento ancora si sottolinea che sono state provate le sottrazioni dal conto che la Margherita aveva presso la Bnl per un ammontare di circa 18 milioni di euro. Secondo gli investigatori poi “sono pressoché certe le ulteriori sottrazioni per almeno 3,6 milioni di euro che emergono da dichiarazioni di un imprenditore che ha fatto dei lavori di ristrutturazione nelle cinque abitazioni di Capistrello e a Genzano”. Ancora sospetti poi rimangono su 1 milione di euro prelevato dal senatore in contanti e su circa 3,5 milioni di assegni liberi allo stato non ancora tracciati, oltre a una serie di bonifici sospetti su cui si deve ancora indagare.
“Io ho gestito 214 milioni di euro del partito, e ne ho lasciati 20 in cassa – dice Luigi Lusi a ‘Servizio Pubblico’ -. Facciamo finta che ne abbia presi 7, poi ho pagato 6 milioni di tasse e arriviamo a questi famosi 13 milioni. Ne rimangono altri 181… Dove sono finiti? Li abbiamo usati tutti per pagare il personale e i telefonini?”.
“Tutti sapevano tutto. O, meglio, chi lo doveva sapere lo sapeva. Se ho finanziato Rutelli da quando è andato all’Api? La cosa incredibile è che se tu hai raccolto 100 lire per strada e te le tieni in tasca, poi ti metti pure a dire che è giusto restituire i soldi che trovi per terra e che non sono tuoi? Stai zitto, no? E invece lui parla. Questa partita -dice Lusi- è molto più grande. Questa partita fa saltare il centrosinistra”.