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No Tav, blitz contro Caselli a Palazzo Marino. Il procuratore di Torino: La sala era piena di democrazia

Blitz No Tav a Palazzo Marino contro il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli. Un gruppo di militanti ha fatto irruzione nella sala Alessi del comune di Milano, per impedire un incontro con il procuratore che coordina l’inchiesta sugli incidenti dell’estate scorsa in Val di Susa, all’interno di un convegno organizzato da numerose associazioni, tra cui l’Anpi.
Parole nette arrivano dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia che giudica ”inaccettabile” il blitz dei No Tav, definisce Caselli ”una figura esemplare” della legalità e conferma che il convegno ci sarà. “Nessuno pensi di intimidirci con atti di violenza e sopraffazione. La libertà di espressione è alla base della nostra convivenza democratica ed è una delle fondamenta delle nostra Costituzione”. Per Pisapia “il libero confronto democratico e la partecipazione dei cittadini alla vita della città e al dibattito pubblico sono valori irrinunciabili che difenderemo da chi cerca provocazioni e risse”.
”I No tav sbagliano, la magistratura, l’ho detto e lo ribadisco, indaga su tutto”, ha affermato Caselli replicando alle accuse dei No tav. Poi entrando al convegno. ‘Prima di tutto vorrei ringraziare questa sala. Gente che ha voluto testimoniare di essere contro la manifestazione, diciamo così piuttosto discutibile, di idee che con la democrazia non hanno nulla a che vedere. Una sala così piena è la dimostrazione che la democrazia è il rispetto di tutto e tutti, ma non di chi non ha il rispetto degli altri”.
Per Emanuele Fiano, presidente del forum Sicurezza del Pd, si tratta di ”un atto squadrista”. ”Il movimento No Tav – continua – si conferma purtroppo animato da pulsioni che niente hanno a che fare con l’espressione democratica del dissenso ma punta piuttosto a colpire le persone in quanto simboli”.
”Per noi – spiega – il giudice Caselli è un simbolo dello Stato di diritto, paladino della lotta alla mafia e al terrorismo. Questo genere di azioni sono del tutto incompatibili con uno Stato di diritto e crediamo fortemente che essi rischino si esasperare una situazione di tensione generale gia’ altissima e pericolosa”.