Il caso De Pedis, la salma che imbarazza il Vaticano. Cancellieri: S.Apollinare non è territorio del Vaticano
Il 10 marzo 1990 il Cardinale Ugo Poletti, allora presidente della Conferenza episcopale italiana, ”rilasciava il nulla osta della Santa Sede alla tumulazione della salma di De Pedis nella Basilica di S. Apollinare” .
E’ quanto sottolinea il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri in una lettera a Walter Veltroni sulla questione della sepoltura del capo della Banda della Magliana, Enrico De Pedis. Si tratta, spiega la responsabile del Viminale, di una delle circostanze emerse dall’acquisizione di documenti che hanno consentito di chiarire alcuni aspetti della vicenda.
Tra i documenti, acquisiti ”ieri pomeriggio”, anche quello che attesta che la famiglia De Pedis ottenne ”in data 24 aprile 1990 dalla autorità comunale l’autorizzazione al trasporto della salma del congiunto ‘da Roma a Città del Vaticano”’. Cancellieri precisa, ”rispetto alla risposta fornita nel question time dello scorso 28 marzo, che la Basilica di S. Apollinare non è territorio dello Stato Città del Vaticano. L’imprecisione contenuta in quella risposta è dovuta al fatto che è stata riportata integralmente l’affermazione contenuta in un risalente rapporto di polizia che si esprimeva in quegli stessi termini”. ”In considerazione anche del fatto che, come Le è noto, sono ancora in corso indagini sulla vicenda, ritengo di informare l’Autorità Giudiziaria delle evidenze emerse”, aggiunge Cancellieri.
”In effetti – scrive Cancellieri a Veltroni – la Basilica di S. Apollinare è soggetta alle disposizioni di cui all’articolo 16 della legge 27 maggio 1929 n.810, di esecuzione del Trattato tra la Santa Sede e l’Italia dell’11 febbraio 1929 (Patti Lateranensi), le quali prevedono, per detto complesso di proprietà della Santa Sede, un particolare regime giuridico, definito dalla Corte Costituzionale c.d. ”privilegio di estraterritorialità” (cfr ordinanza del 30 gennaio 1985 n.26). Tale privilegio si traduce nel riconoscimento alla Santa Sede della facoltà di dare all’immobile ‘l’assetto che creda, senza bisogno di autorizzazioni o consensi da parte di Autorità governative, provinciali, comunali italiane”’.
Il ministro dell’Interno precisa quindi che ”in data 10 marzo 1990 il Card. Ugo Poletti rilasciava il nulla osta della Santa Sede alla tumulazione della salma di De Pedis nella Basilica di S. Apollinare. In data 20 marzo 1990 Mons. Pietro Vergari, attesta, nella qualità di Rettore della Basilica di S. Apollinare, che la stessa è soggetta allo speciale regime giuridico di cui all’art.16 della legge n. 810/29 sopra richiamato; la famiglia De Pedis ottiene, in data 23 marzo 1990, dall’autorità comunale l’autorizzazione all’estumulazione della salma del congiunto dal Cimitero monumentale del Verano per il successivo trasferimento alla Basilica di S. Apollinare in Roma; la famiglia De Pedis chiede nella tessa data, 23 marzo 1990, l’assistenza sanitaria per la traslazione della salma ‘nella Basilica di S. Apollinare Stato Città del Vaticano”’.
Una risposta, quella del ministro dell’Interno, giudicata ”molto importante” da Walter Veltroni perché ”fissa dei dati che mutano l’analisi della situazione. La basilica di sant’Apollinare, come da me sostenuto in aula, non è in una condizione di extraterritorialità. Il suo status, di regime cosiddetto extrafiscale, consente di mutare, senza autorizzazioni italiane, ”l’assetto”, così evidentemente intendendosi opere sulla struttura dell’edificio che possono essere effettuate in deroga a permessi amministrativi. Come è ovvio -osserva l’ex segretario del Pd- non sono trasferibili a beni non extraterritoriali i benefici previsti per quelli che lo sono”. ”Evidentemente dunque -rileva Veltroni- non poteva essere trasferita lì, senza l’ottemperanza alle leggi italiane, una salma traslata da un cimitero sul territorio del nostro Paese. Il ministro conferma che nessuna autorizzazione di quelle previste dalla legge è stata rilasciata, mai. Anche in ragione del fatto che, secondo le leggi italiane per eseguire queste speciali sepolture è necessario che il defunto abbia acquisito in vita ”speciali benemerenze”.
E non è certo il caso del Signor De Pedis, capo della banda della Magliana”. Questo è ”il primo profilo di evidente irregolarità della anomala procedura che ha portato alla incredibile decisione di seppellire il capo di una banda criminale in una delle Basiliche di maggiore importanza di Roma”.
E’ quanto sottolinea il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri in una lettera a Walter Veltroni sulla questione della sepoltura del capo della Banda della Magliana, Enrico De Pedis. Si tratta, spiega la responsabile del Viminale, di una delle circostanze emerse dall’acquisizione di documenti che hanno consentito di chiarire alcuni aspetti della vicenda.
Tra i documenti, acquisiti ”ieri pomeriggio”, anche quello che attesta che la famiglia De Pedis ottenne ”in data 24 aprile 1990 dalla autorità comunale l’autorizzazione al trasporto della salma del congiunto ‘da Roma a Città del Vaticano”’. Cancellieri precisa, ”rispetto alla risposta fornita nel question time dello scorso 28 marzo, che la Basilica di S. Apollinare non è territorio dello Stato Città del Vaticano. L’imprecisione contenuta in quella risposta è dovuta al fatto che è stata riportata integralmente l’affermazione contenuta in un risalente rapporto di polizia che si esprimeva in quegli stessi termini”. ”In considerazione anche del fatto che, come Le è noto, sono ancora in corso indagini sulla vicenda, ritengo di informare l’Autorità Giudiziaria delle evidenze emerse”, aggiunge Cancellieri.
”In effetti – scrive Cancellieri a Veltroni – la Basilica di S. Apollinare è soggetta alle disposizioni di cui all’articolo 16 della legge 27 maggio 1929 n.810, di esecuzione del Trattato tra la Santa Sede e l’Italia dell’11 febbraio 1929 (Patti Lateranensi), le quali prevedono, per detto complesso di proprietà della Santa Sede, un particolare regime giuridico, definito dalla Corte Costituzionale c.d. ”privilegio di estraterritorialità” (cfr ordinanza del 30 gennaio 1985 n.26). Tale privilegio si traduce nel riconoscimento alla Santa Sede della facoltà di dare all’immobile ‘l’assetto che creda, senza bisogno di autorizzazioni o consensi da parte di Autorità governative, provinciali, comunali italiane”’.
Il ministro dell’Interno precisa quindi che ”in data 10 marzo 1990 il Card. Ugo Poletti rilasciava il nulla osta della Santa Sede alla tumulazione della salma di De Pedis nella Basilica di S. Apollinare. In data 20 marzo 1990 Mons. Pietro Vergari, attesta, nella qualità di Rettore della Basilica di S. Apollinare, che la stessa è soggetta allo speciale regime giuridico di cui all’art.16 della legge n. 810/29 sopra richiamato; la famiglia De Pedis ottiene, in data 23 marzo 1990, dall’autorità comunale l’autorizzazione all’estumulazione della salma del congiunto dal Cimitero monumentale del Verano per il successivo trasferimento alla Basilica di S. Apollinare in Roma; la famiglia De Pedis chiede nella tessa data, 23 marzo 1990, l’assistenza sanitaria per la traslazione della salma ‘nella Basilica di S. Apollinare Stato Città del Vaticano”’.
Una risposta, quella del ministro dell’Interno, giudicata ”molto importante” da Walter Veltroni perché ”fissa dei dati che mutano l’analisi della situazione. La basilica di sant’Apollinare, come da me sostenuto in aula, non è in una condizione di extraterritorialità. Il suo status, di regime cosiddetto extrafiscale, consente di mutare, senza autorizzazioni italiane, ”l’assetto”, così evidentemente intendendosi opere sulla struttura dell’edificio che possono essere effettuate in deroga a permessi amministrativi. Come è ovvio -osserva l’ex segretario del Pd- non sono trasferibili a beni non extraterritoriali i benefici previsti per quelli che lo sono”. ”Evidentemente dunque -rileva Veltroni- non poteva essere trasferita lì, senza l’ottemperanza alle leggi italiane, una salma traslata da un cimitero sul territorio del nostro Paese. Il ministro conferma che nessuna autorizzazione di quelle previste dalla legge è stata rilasciata, mai. Anche in ragione del fatto che, secondo le leggi italiane per eseguire queste speciali sepolture è necessario che il defunto abbia acquisito in vita ”speciali benemerenze”.
E non è certo il caso del Signor De Pedis, capo della banda della Magliana”. Questo è ”il primo profilo di evidente irregolarità della anomala procedura che ha portato alla incredibile decisione di seppellire il capo di una banda criminale in una delle Basiliche di maggiore importanza di Roma”.
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