Notizie da Israele, nozze affollate a Cana. Ospiti sorpresi: non c’è più vino. Ma un invitato sa cosa fare: non è Silvan ma Gesù
(Di Antonietta Ficola). Nozze affollate a Cana di Galilea. D’improvviso dai servitori si apprende che è venuto a mancare il vino.
Sono già lì sei giare di pietra, per l’acqua delle abluzioni rituali.
Sei giare, come i giorni della settimana del vecchio Israele, di pietra come la pietra incisa dell’antico comando.
I segni sono molto importanti per Israele.
E’ presente tra gli invitati l’ebreo Gesù, di professione falegname, venuto da Nazareth.
Misteriosamente, per la sua presenza le sei giare di pietra si riempiono di vino fresco, al posto dell’acqua, perché continui la festa. Gli invitati non si rendono conto di nulla, non sono in grado di stupire.
Non così per gli amici di Gesù, che lo conoscono e lo seguono.
Così Israele accoglie e beve il vino nuovo, legato, a sua insaputa alla presenza di quell’ invitato di Nazareth.
(E’ presto ancora perché il mondo sappia.)
Nei fatti, beve già quel vino che è segno e caparra dell’evento inaudito, che tra breve accadrà: l’umanità che rinnova le sue radici e risorge ad esistenza nuova.
Sarà un giorno totalmente diverso, come il vino, e si aggiungerà al tempo di tutti gli uomini.
Israele, per ora, non è in grado di riconoscere la presenza salvifica dell’invitato di Nazareth.
Né lo farà poi, neanche quando i segni della di lui presenza saranno inequivocabili.
Altri tempi dovranno maturare per Israele.
(Questo termine “nuovo” dà senso di sé a tutto l’episodio, ed oltre, ai secoli futuri.)
Frattanto, il giovane ebreo Gesù, che era sì uomo, ma anche sapienza infinita, tace perché tutto conosce.
Scruta lontano con lo sguardo e pensa al mistero degli uomini che possono accettarlo o anche definitivamente rifiutarlo.
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