Perugia, Festival internazionale del giornalismo: le notizie passano su Twitter

Cinque giorni, duecento incontri, migliaia di persone da tutto il mondo: è il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, un appuntamento che anno dopo anni, e sono sei gli anni, si perfeziona sempre di più e diventa una finestra e un buon pinto di osservazione per capire che aria tira in questo mondo. In un mondo che cambia e che sembra essere troppo veloce per il giornalismo inteso alla vecchia maniera e che per forza di cose sta imparando, seppur lentamente, ad adeguarsi a questa velocità.
Perché essere reporter di questi tempi vuol dire uscire anche dalle redazioni e capire che strada prenderanno in futuro i media.
A Perugia professionisti di prestigio si stanno confrontano con lettori, cittadini e studenti in un lungo elenco di dibattiti che mettono al centro di un mondo liquido il capoluogo umbro, animato dai temi diversi e tutti interessanti ma che mai come quest’anno hanno come metro di misura le possibilità che i social network offrono al giornalismo stesso: la primavera araba, il ruolo dei social media dopo Wikileaks, il futuro dei talk show e delle web tv. Ma questo non vuol dire perdere comunque di vista l’analisi storica e gli anniversari più o meno tristi della nazione: vent’anni dal tritolo di Capaci e via d’Amelio, vent’anni da Tangentopoli.