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Berlusconi si confessa: il mio futuro? Non penso al Quirinale, il mio impegno per le riforme istituzionali

Berlusconi si confessa: il mio futuro? Non penso al Quirinale, il mio impegno per le riforme istituzionali

“Non è vero che penso al Quirinale come al mio futuro”. Parola di SilvioBerlusconi che in un’intervista a ‘Gente’, in edicola da lunedì confida: “Quello che spero è che, profittando della pausa della contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra, si possa arrivare a un cambiamento dell’assetto istituzionale che renda finalmente governabile questo Paese. Il mio impegno in politica potrebbe concludersi con questo successo”.

Per Berlusconi infatti “chi vede la situazione politica dal di fuori non può immaginare quanto siano contorti i meccanismi che la regolano e la paralizzano. Per cambiare davvero l’Italia occorre qualcosa di eccezionale, un accordo tra maggioranza e opposizione che, profittando di un comune sostegno a un governo di tecnici, realizzi quelle riforme che una parte politica da sola non può realizzare”.

“Abbiamo un numero esagerato di piccoli partiti, che non pensano all’interesse comune ma solo a quello dei loro piccoli leader. Di conseguenza i due partiti più grandi devono per forza allearsi con i più piccoli, che poi li condizionano. Ogni provvedimento del governo deve affrontare un percorso di guerra: si discute nelle commissioni, si cambia, si vota. Quando finalmente, dopo molti mesi, il disegno di legge arriva in aula con una moltitudine di emendamenti e viene approvato, passa al Senato. Qui deve affrontare lo stesso calvario già percorso, e il testo che ne esce è sempre diverso da quello votato dalla Camera. Allora si torna alla Camera e si ricomincia da capo”. Insomma, “alla fine, se va bene in 18-24 mesi, i due rami del Parlamento si mettono d’accordo, ma se all’inizio il provvedimento era un focoso destriero purosangue, alla fine ci si ritrova con un ippopotamo”, afferma il Cavaliere.

Quanto alle dimissioni da presidente del Consiglio “non me ne sono mai pentito”, assicura. “Pur avendo la maggioranza nelle due Camere, d’accordo con la direzione del mio partito, decisi di fare un passo indietro -racconta Berlusconi- nella speranza che, con un governo tecnico, si potesse avviare un confronto tra maggioranza e opposizione per approvare quelle riforme indispensabili per la governabilità del Paese”.

“Monti, di cui conoscevo la serietà e la competenza, ha avuto il mio appoggio, unitamente a quello del Popolo della Libertà, e io spero che possano realizzare anche i provvedimenti che il mio esecutivo aveva avviato. E’ persona di grande intelligenza e di assoluta serietà. Tra me e lui -riferisce il Cavaliere- c’è una sperimentata identità di idee, un’assoluta lealtà e un affetto profondo”.