Monti: Mai parlato di austerità, l’obiettivo è la crescita. Non dobbiamo allentare la presa
”In sei mesi non ho mai pronunciato la parola austerità. Il nostro obiettivo non è l’austerità ma la crescita”. Lo afferma il presidente del consiglio, Mario Monti, nel corso della conferenza stampa della missione annuale del Fondo monetario internazionale. Il premier aggiunge quindi che non avendo mai usato il temrine austerità ”non ho ragioni di abbandonare la politica dell’austerità, in ogni momento dell’attività di governo saranno presenti elementi di disciplina”.
Prima, inaugurando il Forum della Pubblica amministrazione, il presidente del Consiglio ha rivolto ”un ringraziamento a tutti i dipendenti della Pubblica amministrazione, che in questa fase di forti tensioni affrontano particolari criticità, persino rischi per la propria incolumità, come la cronaca degli ultimi giorni ha purtroppo documentato, ribadendo loro, e avrò altre occasioni molto presto di farlo, che la vicinanza e il supporto del governo sono incondizionati e costanti”.
”Il fatto che membri della Pubblica amministrazione -ha aggiunto il premier- siano chiamati ad operare con funzioni molto delicate, molto impopolari non significa che l’importanza di quelle funzioni sia meno essenziale e non significa che il rispetto che i cittadini devono loro sia diminuito, anche in una fase in cui è legittima una certa insofferenza dei cittadini per i costi complessivi e per la non ancora adeguata funzionalità complessiva della Pubblica amministrazione”.
Parlando di crisi, il premier ha detto di non vedere “distinzione tra fase 1 e fase 2. Se fase 1 – ha spiegato – significa gestione di crisi che comportano anche aspetti di emergenza, siamo nel pieno di una fase 1”.
”Vediamo cosa succede in Europa, in Grecia -ha aggiunto il premier- vediamo qual è la preoccupazione principale nell’agenda del G8 che inizierà presto a Camp David. La preoccupazione, oltre che su temi strategici di vasta portata, è soprattutto sul tema dell’economia europea, dell’Eurozona”.
”Abbiamo la grande tranquillità psicologica e politica che ci deriva dal fatto che all’interno e all’esterno del Paese si sa che in una crisi come quella di oggi, come quella nella quale questo governo ha esordito a metà novembre, l’Italia si trova in due situazioni profondamente diverse, perché oggi di nostro non contribuiamo alla crisi come rischiava di essere in quella fase di qualche mese fa”. Ma ciò non toglie -ha ammonito il presidente del Consiglio- che se, malgrado il contributo che gli Stati Uniti, l’Italia, diversi Paesi europei stanno fornendo per la gestione e il superamento della crisi questa dovesse tracimare, l’Italia si troverebbe con la coscienza pulita, ma con i mercati finanziari molto turbati”.
”Quindi -ha ripreso il premier- è una fase 1 che continua. D’altra parte se per fase 2 vogliamo intendere quella intitolata alla crescita, è iniziata fin dal primo giorno dell’attività del governo, quando per esempio, dentro provvedimenti pesanti per il consolidamento del bilancio pubblico, abbiamo mantenuto o aperto spazi nella fiscalità delle imprese, per il lavoro, per salvaguardare le prospettive di crescita”.
Quanto alla spending review, Monti ha dapprima elogiato i dipendenti pubblici per il loro contributo (“la maggior parte delle proposte sono venute da loro” con un impegno “mai venuti meno”), poi ha puntualizzato che non si tratta di “guardare alla revisione della spesa solo ed esclusivamente come taglio della spesa” ma “di cercare piuttosto una migliore allocazione delle risorse, che in un momento di difficoltà come quello attuale può sì voler dire cogliere opportunità di risparmio, ma che in linea generale significa utilizzazione oculata e più efficiente delle risorse che i cittadini, attraverso la tassazione, conferiscono allo Stato”. Il risultato della spending, dunque, non va visto come “uno sforzo una tantum” perché “deve entrare a far parte in maniera duratura e strutturale della cassetta degli attrezzi della Pubblica Amministrazione’‘.
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