Fornero e gli statali: Non voglio licenziarli, solo parità di trattamento con i dipendenti privati
Nuovo confronto a distanza tra il ministro per la Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, e il titolare del Lavoro, Elsa Fornero. Il terreno è, ancora una volta, la disciplina sul lavoro pubblico, con i licenziamenti nella Pa che restano inevitabilmente in primo piano. La norma non è contenuta nella bozza di delega per la riforma del pubblico impiego, annuncia oggi Patroni Griffi, dopo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi sul testo del ddl che dovrà approdare quanto prima in Consiglio dei ministri, per poi passare all’esame del Parlamento. La delega ”non conterrà una disposizione specifica sui licenziamenti disciplinari, ma rimetterà la materia al Parlamento”, assicura, gettando anche acqua sul fuoco su presunti “contrasti” con la collega Fornero. Appena tre ore dopo, proprio Fornero torna a sostenere, come ha già fatto dieci giorni fa, la necessità di armonizzare le norme che riguardano i dipendenti pubblici con quelle ‘riformate’ per i privati. “Tenendo conto delle specificità del pubblico impiego, auspico parità di trattamento tra dipendenti privati e dipendenti pubblici” dice al termine della visita al Centro per l’Impiego di Torino, rilanciando la sua posizione per le “pari opportunità” non solo tra uomo e donna, ma anche tra “lavoratori privati e pubblici” ed “extracomunitari e nativi”. Parità, che non significa libertà di licenziare. “Auspico che ci sia il più possibile parità tra dipendenti privati e dipendenti pubblici – ha aggiunto -, ma questo non significa che Fornero vuole il licenziamento dei pubblici dipendenti”. Infine, auspicando una rapida approvazione della Camera del Ddl lavoro il ministro ha ribadito che la riforma “va nella direzione della crescita”. “Sono convinta che il disegno di legge – ha aggiunto -, migliora in maniera sensibile le norme che attengono al funzionamento del mercato del lavoro e al suo efficentamento, ma anche le migliori norme possono restare lettera morta se non c’è un terreno fertile”.
Immediata la reazione dei sindacati. “Mi permetterei di dire al ministro del Lavoro che dovrebbe tutelare la legittimità delle cose che fa”, afferma Michele Gentile, coordinatore del Dipartimento settori pubblici della Cgil. Suona altrettanto duro il giudizio di Gianni Baratta, segretario confederale della Cisl: “il ministro Fornero interviene di nuovo su cose che non la riguardano. Non è vero quello che dice la Fornero che i lavoratori sono tutti uguali perché tra l’altro chi è dipendente pubblico è vincitore di concorso. C’è il problema dei precari – continua Baratta – ebbene se ne occupasse, così come dei 300 mila e non dei 65 mila esodati. Il pubblico impiego comunque è diverso dal privato ed è più opportuno che decida il Parlamento”. Rispetto alla posizione di Patroni Griffi quindi, che non ha messo la norma sui licenziamenti nella bozza, Baratta ritiene che abbia agito “ragionevolmente e che sarà il Parlamento – ribadisce – a decidere cosa fare trattandosi di argomento particolare quale è il pubblico impiego”. Quanto alla Uil, è il segretario confederale Paolo Pirani, che ha seguito la trattativa a palazzo Vidoni, a esprimere una certa insofferenza alla luce delle dichiarazioni odierne. “E’ inaccettabile questa discussione, è un rimpallo sulla pelle delle persone”, sbotta. E aggiunge, “la legge deve tradursi nella presentazione del ddl da parte del governo, attendiamo che venga fatto rapidamente. Peraltro sul principio di parità tra pubblico e privato siamo d’accordo a partire dai contratti di lavoro, quanto ai licenziamenti la materia è regolata dall’accordo sindacati-governo”.
Dal palco fiorentino dell’Assemblea annuale di Confindustria provinciale il presidente degli industriali, Giorgio Squinzi ha attaccato la riforma sul lavoro: “Quello che si è visto finora è molto deludente”. “La riforma ha tolto molto in flessibilità in entrata senza dare quasi cambiamenti nella flessibilità in uscita”, ha spiegato Squinzi. “Mi auguro che nel passaggio dei due rami del Parlamento la riforma sia modificata e resa più vicina alle esigenze delle imprese”. Sul ‘pacchetto crescita’ ha sospeso, invece, il giudizio in attesa del varo da parte del governo. “Non posso ancora esprimere giudizi perché mi pare che ogni ora cambi contenuto – ha concluso -. Daremo un giudizio definitivo quando avremo l’ultima versione”.
Nel corso dell’incontro con i disoccupati, il ministro del Lavoro ha detto: ‘Non mi vergogno affatto di quello che ho fatto perché l’ho fatto per gli italiani e sono orgogliosa di far parte di questo governo”. ”Questo governo non è vero che sta portando la gente alla fame – ha concluso il ministro Fornero -, questo governo sta cercando di risolvere la situazione. Il problema è che per troppo tempo abbiamo vissuto sul debito facendo finta che stavamo bene”.
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