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Ciclismo, Armstrong accusato formalmente di doping: a rischio i 7 Tour de France vinti

L’Usada torna all’attacco contro Lance Armstrong. L’agenzia antidoping statunitense ha avanzato accuse formali di violazione delle regole antidoping nei confronti dell’ex ciclista, che rischia di perdere alcuni o tutti i sette titoli conquistati al Tour de France. L’Usada ha confermato in una nota ufficiale di avere notificato l’atto di accusa ad Armstrong e ad altri cinque persone, tre medici e due funzionari, tutti legati in passato alla Us Postal, il team per il quale correva il texano, al quale è stato tra l’altro vietato a scopo precauzionale di gareggiare nel triathlon, lo sport in cui si è cimentato dopo il ritiro dal ciclismo ‘pro’.
Oltre al sette volte campione della Grande Boucle sotto accusa sarebbero anche il medico italiano Michele Ferrari e il team manager Johan Bruyneel. “Diversi corridori e altre persone testimonieranno sulla base delle loro conoscenza personali”, ha assicurato l’agenzia statunitense nella lettera di 15 pagine in cui spiega le accuse.
Nel comunicato ufficiale, l’Usada ha specificato che procedimenti del genere vengono avviati solo se “sostenuti da prove”. In questo caso sostiene di essere in possesso di campioni di sangue, raccolti nel 2009 e nel 2010, che proverebbero il ricorso a pratice e sostanze vietate, tra cui anche Epo e trasfusioni, da parte di Armstrong. “Non decidiamo di svolgere o meno il nostro lavoro basandoci su pressioni esterne, intimidazioni o altre ragioni diverse dalle prove”, ha assicurato l’agenzia Usa. “Come in ogni nostro caso, per tutte le persone citate vale la presunzione d’innocenza. Sara’ un collegio indipendente di arbitri e non l’Usada a stabilire in un’eventuale udienza se una o più di queste persone abbiano o meno commesso violazioni alle norme antidoping”.
Dal canto suo l’ex corridore texano ha risposto alle accuse affermando di non essersi “mai dopato e, a differenza dei miei accusatori, ho gareggiato per 25 anni senza cali di prestazione e superando oltre 500 test”. “Mi è stato notificato che l’Usada, un’organizzazione in gran parte finanziata con i dollari dei contribuenti ma governata solo da regole auto-scritte, intende ancora ripescare accuse screditate risalenti ad oltre 16 anni fa per impedirmi di competere come triatleta e provare a privarmi dei sette titoli del Tour de France che ho conquistato”, dice Armstrong.
“Queste -prosegue il texano- sono le stesse accuse fatte dagli stessi testimoni che il Dipartimento di Giustizia ha deciso di archiviare dopo due anni di indagine. Sono infondate, motivate dall’invidia e avanzate attraverso testimonianze comprate e pagate con la promessa di anonimato e dell’immunita’”.
“Anche se l’Usada sostiene l’esistenza di una vasta cospirazione lunga più di 16 anni, io sono l’unico atleta che ha scelto di perseguire. La malizia dell’agenzia Usa, i suoi metodi, le sue pratiche e la decisione di punire prima e giudicare poi sono in contrasto con i nostri ideali di correttezza e fair play”, dice ancora Armstrong.
“Non mi sono mai dopato e, a differenza di molti dei miei accusatori, ho gareggiato per 25 anni senza cali di prestazione e superando oltre 500 test. L’Usada ignora questa fondamentale distinzione e accusa me anziché coloro che hanno ammesso di aver fatto uso di doping e questo -conclude- la dice lunga sulla sua mancanza di correttezza e su questa vendetta”.