Crisi, Draghi avverte l’Europa: la Bce non può risolvere tutti i problemi
La Bce “non puo’ risolvere tutti i problemi dell’Europa”: per questo, chiede all’Europa ripensare le forme della sua integrazione per lavorare insieme e rafforzare la crescita e la stabilita’. In cambio, si impegna a garantire il proprio appoggio sul fronte della stabilita’ dei prezzi e della liquidita’ delle banche. E’ il messaggio forte lanciato questa mattina dal presidente Mario Draghi in un discorso in cui ha ribadito come l’Eurotower ”ha un ruolo cruciale nel fornire liquidita’ agli interlocutori bancari solidi in cambio di opportune garanzie: e’ quello che abbiamo fatto per tutta la crisi e quello che continueremo a fare agli istituti che ne avessero necessita’”.
Il presidente dell‘Eurotower e’ tornato a difendere l’efficacia delle due maxi-iniezioni di liquidita’ (Ltro) per oltre 1000 miliardi, sottolineando che “l’obiettivo e’ stato raggiunto” visto che gli indicatori mostrano “come le limitazioni alla fornitura di credito bancario sono state eliminate: questo e’ stato un risultato molto importante”. Comunque, ha aggiunto, “serve tempo perche’ mostrino il loro impatto globale”, tanto piu’ “nell’attuale scenario di domanda di credito molto debole”. Draghi ha quindi lanciato un messaggio tranquillizzante anche sul fronte dei prezzi: “non ci sono rischi inflazione in nessun paese dell’Eurozona”, ha ribadito, e “se dovessero emergere la Bce ha abbastanza strumenti a disposizione per assorbire l’eccesso di liquidita’”.
Per quanto riguarda la situazione attuale, Draghi ha ricordato come l’Eurozona sia una realta’ economicamente “eterogenea, con normali cicli divergenti” di crescita, che hanno rigurdato anche la stessa Germania, uno scenario comunque “simile a quanto si registra negli Stati Uniti” nel lungo periodo. La novita’ – ha sottolineato – “e’ la parallela frammentazione dei mercati finanziari” alla quale la Bce “ha in parte risposto permettendo ad alcune banche centrali di aumentare il tipo di garanzie” accettate in cambio di credito. Un processo, comunque, gestito “con cautela e sul quale c’e’ il controllo del Consiglio esecutivo” della Bce. Per Draghi “e’ fondamentale rafforzare il potenziale di crescita delle nostre economie” attraverso una serie di riforme a livello nazionale, come “la liberalizzazione dei mercati, l’eliminazione degli ostacoli burocratici all’attivita’ imprenditoriale, un aggiustamento fiscale piu’ mirato alla crescita e una maggiore flessibilita’ del mercato del lavoro che faciliti il rientro dei disoccupati”.
“Nel processo di integrazione economica, si parla spesso di cessione della sovranita’. Ma l’integrazione non equivale a una rinuncia” su questo fronte, anzi, ha sottolineato Draghi, “ci sono molti casi in cui l’integrazione comporta un ‘condivisione’ della sovranita’” o addirittura un incremento, come nel caso dei paesi piu’ piccoli dell’Eurozona che hanno “accesciuto la loro influenza sulla politica monetaria” a livello europeo. Draghi ha cosi’ piu’ volte ribadito la necessita’ di lavorare “insieme” su tutti i fronti. Sul fronte della collaborazione comune, Draghi ha ad esempio ricordato le possibilita’ ” di accrescere la mobilita’ dei lavoratori, ad esempio facilitando la portabilita’ fra i paesi delle pensioni maturate”.
Il presidente della Bce ha confermato gli stretti contatti con il presidente Ue Herman Van Rompuy, quello della Commissione Jose’-Manuel Barroso e quello dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker per una riflessione a lungo termine sull’unione economica e monetaria, ricordando come “la credibilita’ puo’ essere rafforzata da un’azione a breve che sia in linea con gli obiettivi” piu’ distanti.
Per dare stabilita’ economica all’Europa “dobbiamo rafforzare le basi decisionali in materia finanziaria, fiscale e strutturale”. Rivendicando i risultati di un’Eurotower indipendente nel decennio passato Draghi ha ricordato come “la Bce ha fornito il suo contributo migliore nell’attenuare le conseguenze della crisi: un impegno che – ha concluso – continuera’ a guidare la nostra politica anche in futuro”.
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