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Lusi, prima notte in carcere dopo il sì del Senato: Ho ancora molto da dire ai giudici

Lusi, prima notte in carcere dopo il sì del Senato: Ho ancora molto da dire ai giudici

Prima notte in carcere a Rebibbia per il senatore Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita. Ieri il Senato ha votato sì alla richiesta di custodia cautelare per il senatore indagato nell’inchiesta della procura di Roma e accusato di associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita. In giornata il giudice Simonetta D’Alessandro deciderà quando sottoporlo all’interrogatorio di garanzia.
Il Senato ha detto sì alla richiesta di custodia cautelare nei confronti di Luigi Lusi, accusato dalla Procura di Roma di aver rubato milioni dalle casse della Margherita grazie al suo incarico di tesoriere. I sì sono stati 155, 13 i no e un astenuto. Il Pdl non ha partecipato al voto. Nemmeno Francesco Rutelli lo ha fatto, visto che è parte offesa nel procedimento penale contro l’ex tesoriere del partito. In serata il senatore è entrato nel carcere romano di Rebibbia .
“Non mi sento un capro espiatorio, sono una persona che sta vivendo un incubo e chiedo di essere rispettato per questo”, commenta Lusi parlando con i giornalisti dopo la decisione del Senato. Poi si dice disponibile di fronte ad una richiesta a dire “una marea di cose” ai magistati. Alla domanda se ritiene che sulla sua testa si sia giocata una partita più ampia di carattere politico generale, replica: “Questo mi pare evidente”.
“Ho notato che se la Lega non fosse rimasta in aula sarebbe probabilmente mancato il numero legale, così come ho visto che Enzo Bianco ha votato… Almeno Rutelli ha avuto l’intelligenza di non votare”, commenta ancora Lusi. Che aggiunge di aver avuto pressioni per dimettersi, “ma io voglio combattere”. Congedandosi con i cronisti, infine dice: “Ora lasciatemi andare dove devo andare”.
L’intervento di Lusi in aula al Senato. L’ex tesoriere della Margherita aveva detto di essere pronto ad assumere “per intero” le sue “responsabilità morali e politiche davanti a questa assemblea e davanti al Paese”. Ma, per quanto riguarda “le responsabilità penali”, Lusi aveva chiesto di vedergli riconosciute “le garanzie di un giusto processo senza inutili e devastanti forzature che possono appagare l’ondata di antipolitica crescente”.
Aveva chiesto di non essere individuato come “il capro espiatorio” davanti “ai forconi della piazza”, come “il colpevole per tutte le stagioni dentro una vicenda che è pluridecennale”.
Poi le scuse. “Sento il dovere di pronunciare parole di personali scuse, un simbolico gesto di riparazione per la difficile situazione in cui versa la società italiana”, ha dichiarato l’ex tesoriere annunciando, dopo essersi appellato ai senatori “per esercitare la facoltà di non partecipare a questo voto”, che lui stesso non vota.
Entrando nel merito delle accuse, aveva detto: “Immaginare credibile l’affermazione, ascoltata in alcune conferenze stampa, secondo la quale nel partito, il solo tesoriere possa aver autonomamente assunto ogni decisione di spesa per 214 milioni di euro, non solo non è credibile ma non sarebbe neanche materialmente realizzabile”. Dito puntato, dunque, contro i vertici della Margherita corresponsabili, dice, nella vicenda della gestione dei fondi sottolineando che “la continuazione di flussi finanziari è stata gestita per comune assenso” anche per “accantonare le residua liquidità per finanziare le attività politiche dei dirigenti di quel partito”. E niente mezzi termini su Rutelli che ha cercato “di far ritirare firme già apposte per la richiesta del voto segreto”.
I lavori nell’aula sono iniziati con la relazione di Marco Follini con la quale ha chiesto il voto per l’arresto del senatore. “22 milioni di euro per un operaio della Fiat di Pomigliano d’Arco – ha affermato Follini nel suo intervento – sono l’equivalente di 1033 anni di stipendio, 11 mesi e 7 giorni. Per un insegnante di scuola elementare con una anzianità di 5 anni sono l’equivalente di 1238 anni di stipendio, 9 mesi e 21 giorni”.
Prima la decisione del gruppo Pdl al Senato di non partecipare alla votazione sulla richiesta di arresto dell’ex tesoriere della Margherita al termine di una lunga riunione. Mentre poco prima dell’apertura della seduta in Senato l’appello della capogruppo Anna Finocchiaro rivolto ai senatori del Pdl: “In questa circostanza tutti devono assumersi la responsabilità di decidere in modo netto, chiaro e trasparente”. La capogruppo democratica ha anche assicurato che il Pd “compatto” avrebbe votato a favore della detenzione di Lusi.