Elezioni, Di Pietro e Vendola si smarcano: Non saremo i gregari di un’alleanza Pd-Udc
Aprire il cantiere per iniziare a costruire il nuovo centrosinistra. Nichi Vendola e Antonio Di Pietro non hanno più intenzione di aspettare. E in una conferenza stampa congiunta mandano un messaggio chiaro a Pier Luigi Bersani: “Non c’è un ultimatum al Pd da parte di Idv e Sel, ma da parte della realtà”, dice Vendola. Per questo, visto che non c’è tempo da perdere, Sel e Idv inizieranno. “Noi intanto ci avviamo – spiega Di Pietro -. Domani ci sarà un grande incontro con i sindaci del Mezzogiorno e così via e così via: ci auguriamo di poter lavorare al più presto anche con il Pd”.
Ma non basta. Il leader di Sel mette altri paletti: “Io mi siedo a discutere con il Pd, se c’è anche Antonio Di Pietro. Non ci sto alla mutilazione di un pezzo del centrosinistra. Non si capisce perché Di Pietro andrebbe espulso. Forse è un trofeo da portare all’altare dell’alleanza con l’Udc? Io non faccio politica in questo modo”.
“A noi – avverte Vendola – non piace che ci sia un asse privilegiato tra e Pd e Udc, un asse moderato in cui noi saremmo dei gregari. Noi vogliamo essere parte integrante e determinante del rilancio del centrosinistra”. E tanto per mettere le cose in chiaro, aggiunge: “In una coalizione che non riconosce le coppie di fatto non ci si può accomodare neanche per prendere un caffè”. E con la sfida che si aprirà tra Bersani e Renzi, Vendola vede problemi anche sulle primarie: “Se c’è la coalizione – insiste ancora il governatore pugliese – sono primarie di coalizione. Se non c’è la coalizione, non so che cosa siano. Sono un congresso del Pd e io non intendo partecipare al congresso del Pd”.
Una serie di paletti a cui a stretto giro arriva la replica del Pd. “Intanto, l’asse Vendola-Di Pietro – spiegano dal Nazzareno – lo vediamo più sfumato di quanto appare. E poi il problema non è l’Idv. Non spetta a noi dire sì o no o forse. Il problema sono gli impegni di governo. Di Pietro ha questa volontà di governare, di rispettare gli impegni che ci attendono? Benissimo. Altrimenti, se questa volontà non c’è…”. Non c’è neanche l’alleanza. E poi l’asse “privilegiato con l’Udc” paventato da Vendola. Non esiste, è la versione del Pd. Bersani resta fermo sul suo progetto di sempre: “Una coalizione di centrosinistra non sbandata, stretta, che abbia voglia di governare il Paese e che si allea con quei moderati che vogliono ricostruire il Paese. Lo schema resta questo”. Quanto “alle regole di eventuali primarie”, si spiega dal Nazareno, verranno decise insieme alla coalizione, a quelli che insomma correranno. “Che facciamo le scriviamo noi per tutti?”.
Nella dialettica in corso tra Sel, Idv e Pd si infila Paolo Ferrero del Prc: “Propongo a Vendola e Di Pietro di smetterla con il tira e molla con il Pd e di costruire insieme una aggregazione di sinistra da costruirsi con comitati e movimenti sociali, che si candidi al governo del paese su una piattaforma chiaramente antiliberista e di alternativa, come ha fatto Syriza in Grecia”.
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