Il Fondo Monetario Internazionale gela l’Italia: Nonostante gli sforzi fatti il Paese è ancora vulnerabile
Le autorità italiane “hanno avviato un ambizioso programma per garantire la sostenibilità e promuovere la crescita”. Tuttavia, “nonostante questi sforzi forti, l’Italia rimane vulnerabile al contagio della crisi dell’area dell’euro”. Lo rileva il Fmi nel report ‘article IV’ sull’Italia.
Per garantire la stabilità e rilanciare la crescita è necessario “non solo mantenere lo slancio per le riforme in Italia” ma anche “il progresso a livello europeo nel rafforzamento della unione monetaria”, osserva il Fmi .
Con la spending review “è stato fatto un primo passo importante”, ora bisogna andare avanti, sostiene Kenneth Kang, capo della missione Articolo IV del Fondo monetario internazionale in Italia. Il programma di riforme “è appena iniziato” e “molto resta da fare”, aggiunge Aasim Husain, vicedirettore del dipartimento europeo del Fmi, evidenziando che “è cruciale applicare le riforme in modo rapido”.
L’economia italiana “dovrebbe contrarsi per tutto l’anno – si legge nel report – a causa dei problemi di consolidamento fiscale, della stretta delle condizioni finanziarie e il rallentamento globale”. I rischi “sono al ribasso, e derivano principalmente dall’intensificarsi della crisi dell’area Euro”.
Per supportare la crescita, l’azione di consolidamento fiscale, nel medio termine, “deve essere riequilibrata verso più tagli alla spesa e meno tasse”, sottolinea il Fmi.
“Ampie riforme strutturali sono necessarie per aumentare la produttività” in Italia, nota il Fmi. “Il contesto economico difficile, il mercato del lavoro frammentato e la limitata concorrenza nei servizi hanno contribuito alla crescita debole in Italia”, ricordano gli economisti di Washington, evidenziando che “senza riforme strutturali per affrontare questi lacune, il potenziale di crescita probabilmente rimarrà bassa nel medio termine”.
Le banche italiane “continuano ad affidarsi pesantemente sul sostegno finanziario dell’Eurosistema”. E per sostenere il peso della crisi, “devono mantenere capitale adeguato e riserve di liquidità”, rileva il Fmi. In questo contesto, “ridurre i crediti deteriorati delle banche libererebbe risorse per la concessione di nuovi prestiti e dare supporto alle ristrutturazioni aziendali”.
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