Berlusconi, il ritorno del capo senza primarie spaventa la Ue. Intanto lui fa dimettere la Minetti
“Sì, Berlusconi sarà candidato premier. Tutti sono d’accordo. Nel momento in cui c’è Berlusconi, non si pone il problema delle primarie”. Lo ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto lasciando il vertice del partito a palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi.
Cicchitto ha poi assicurato che ”sarà Berlusconi a ufficializzare la sua candidatura”.
Il Cavaliere ha fatto il punto con lo stato maggiore del Pdl dopo le fibrillazioni dovute alla sua ‘ridiscesa in campo’. Il più entusiasta per questo ritorno è Giancarlo Galan: “Berlusconi in campo mi fa godere. Sto godendo molto di più di un orgasmo, questo godimento dura di più, moltissimo”. Il più tagliente Gianfranco Fini: “Gli italiani hanno capito che quel tempo è finito”.
Il Cavaliere, raccontano, già parla da candidato premier in pectore e detta le linea da seguire, confermando lealtà ai tecnici, senza però dare nulla per scontato. Dai tagli alla spesa pubblica alla riduzione del debito, fino alla pressione fiscale, il Pdl farà sentire il fiato sul collo al prof. Soprattutto, torna il refrain dei tempi di Palazzo Chigi: ”No a nuove tasse per famiglie e imprese”, scandisce un autorevole dirigente azzurro.
Eppure, il ritorno di Berlusconi non è accompagnato da toni di fuoco contro il governo dei tecnici: non farò mai una campagna elettorale contro Monti, avrebbe detto il Cavaliere. Ma, questo il messaggio, dobbiamo pensare sin da ora a cosa fare dopo. Perché dopo il passaggio elettorale del 2013, la politica dovrà riprendere il proprio ruolo. Tramontata l’ipotesi di primarie, sul tavolo di palazzo Grazioli c’è innanzitutto il nodo della legge elettorale. Un dossier da esaminare con attenzione, viste le conseguenze che potrà avere sui futuri scenari.
Al Pd sarà presentato un ‘ventaglio’ di proposte. ”Abbiamo varie ipotesi: lo schema francese con semipresidenzialismo e doppio turno, oppure le preferenze o il modello spagnolo”, dice Fabrizio Cicchitto. Tradotto: nel Pdl non c’è ancora una posizione univoca (anche per tenere viva la fiammella della riforma in senso presidenziale). Sul proporzionale, però, non si transige, perché mantenere il Porcellum fa vincere Bersani & C. Berlusconi si sente già in campagna elettorale e, volutamente, evita di parlare di leadership, ticket ed eventuali ‘predellini bis’.
Ogni giorno che passa Berlusconi si convince che solo con lui candidato ci sono possibilità di vincere la sfida delle politiche. Tutti mi chiedono di tornare, non solo la gente e i nostri elettori più affezionati, ma gli imprenditori e tanti esponenti di spicco della società civile, avrebbe ribadito Berlusconi in queste ore ai suoi. L’elettorato di centrodestra, ”con la formazione del governo Monti, ha sofferto per l’abbandono di Berlusconi e non ha gradito i provvedimenti che hanno colpito soprattutto i ceti sociali che tradizionalmente si riconoscono nell’area moderata del Paese”, fanno sapere dalle parti di via dell’Umiltà.
Questo ”smarrimento e questa rabbia”, spiegano, si sono trasformati in sfiducia nella politica fino a sfociare nell’astensionismo alle ultime amministrative. Ora, sarebbe stato il ragionamento di Berlusconi, bisogna riprendere la strada del cambiamento e dell’iniziativa politica in vista del 2013, rilanciando le ricette della rivoluzione liberale e infondendo nuova fiducia agli italiani. Dopo i primi sbandamenti dovuti all’effetto annuncio della ‘discesa in campo’, il clima nel Pdl sembra essere più tranquillo.
Un po’ per forza di cose (molti pidiellini ammettono che solo Berlusconi è ancora in grado di mobilitare le energie e le speranze del popolo di centrodestra, per carisma e ‘potenza di fuoco’ in termini finanziarie e politici). Un po’ per opportunità, soprattutto tra le fila dei peones che ora tornano a ‘vedere’ la possibilità di un posto anche nella prossima legislatura. Un po’ per rassegnazione: è il caso degli ex di An, spiazzati dal ‘ritorno’ di Berlusconi, anche perché avevano sostenuto compatti fino ad ora, non solo a parole, la candidatura di Angelino Alfano.
C’è anche chi in fondo non crede alla ricandidatura e considera questo annuncio (nonostante la conferma di Angelino Alfano), una ”roba buttata lì per vedere che effetto fa”. E per questo, si attende un’indicazione chiara dalla viva voce del diretto interessato. Chissà se l’ufficializzazione arriverà già domani, quando Berlusconi interverrà alla Convention dei ‘Cristiano riformisti’ di Antonio Mazzocchi. Un autorevole esponente azzurro scommette che il Cavaliere farà l’annuncio solo dopo l’estate, in concomitanza con la scelta del nuovo simbolo.
Nelle ultime ore, intanto, sono tornate a circolare voci sulla tentazione dei parlamentari aennini di costituire un nuovo soggetto politico di destra, coinvolgendo Francesco Storace, ma, sondaggi alla mano, si tratterebbe di un progetto politico a rischio flop in partenza. Ignazio La Russa, infatti, avrebbe detto ai suoi che non farà mai un partito di nicchia, né mai si metterà in contrasto con Berlusconi.
Dello stesso avviso, raccontano, il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri e l’ex ministro Altero Matteoli, che da sempre rivendica la sua forza identitaria all’interno del Popolo della libertà. Più complicata la posizione degli ‘alemanniani’, dove il sindaco di Roma continuerebbe a esprimere perplessità verso la ricandidatura del Cav, mentre altri esponenti come Alfredo Mantovano non sarebbero contrari. Una scelta di campo legata anche alla corsa per il Campidoglio.
“Berlusconi candidato premier? Pensavo che il candidato fosse Alfano. Io sono rimasto all’Ufficio di presidenza del Pdl che ha indetto le primarie” ha commentato Alemanno a ‘In onda’, su La7. “Voglio capire questa candidatura di Berlusconi, capire se è un fatto definitivo o interlocutorio. Ci deve essere un momento in cui la direzione del partito sancisce questa candidatura”, ha aggiunto il sindaco di Roma.
Berlusconi ha convinto, poi, Nicole Minetti a fare un passo indietro e a dimettersi dalla carica di consigliere regionale in Lombardia. Un pressing durato mesi, andato in in porto proprio ora, forse per rilanciare, in vista di questo ritorno, una nuova immagine del premier, offuscata dai tanti scandali ultimo in ordine di tempo e gravità, proprio quello in cui la consigliera è coinvolta nell’ambito del Rubygate, accusata di favoreggiamento e induzione alla prostituzione per cui la sentenza è attesa oggi.
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