Calabria, posti di lavoro in cambio di voti: arrestato per corruzione il consigliere regionale Rappoccio
I finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Reggio Calabria e della Sezione di Polizia giudiziaria hanno eseguito questa mattina un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del consigliere regionale della Calabria Antonio Rappoccio.
Il provvedimento, emesso dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, è stato richiesto dalla procura generale (che aveva avocato le indagini lo scorso mese di giugno) per i reati di associazione per delinquere, corruzione elettorale aggravata, truffa e peculato.
Antonio Rappoccio del Pri aveva creato una società ad hoc per promettere posti di lavoro e costruirsi così un serbatoio di voti. Insieme ad altri complici, secondo l’accusa, avrebbe promosso e ideato, partecipandovi attivamente, il meccanismo fraudolento che gli ha consentito di essere eletto in consiglio regionale nel 2010.
Con lo stesso metodo aveva tentato di fare eleggere al Comune di Reggio Calabria, nella tornata elettorale del 2011, Elisa Campolo, che aveva ottenuto un buon numero di voti nonostante non sia stata eletta. Rappoccio aveva creato una società fantasma che gli è costata anche l’accusa di truffa.
Le 850 persone che si erano iscritte alla cooperativa Alicante gestita dal consigliere regionale e dai suoi complici dovevano infatti versare 15 euro più altri 20 euro per partecipare a un concorso superando il quale affermava che ci sarebbero state reali possibilità di lavoro.
Nei suoi confronti è stata avanzata anche l’ipotesi di reato di peculato perché le telefonate alle vittime del raggiro sono state fatte dal consiglio regionale.
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