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Spesa famiglie in aumento, +12,6%: è la casa a costare di più. E i consumatori si mobilitano: manifestazione il 19 settembre

In 10 anni la spesa media delle famiglie italiane è aumentata del 12,6%, arrivando a 2.453 euro al mese. In aumento le risorse che vengono destinate alla casa, ormai arrivate a quasi un terzo del totale; mentre resta stabile la voce ‘alimenti e bevande’ (19%). E’ quanto emerge dai dati dell’Istat, relativi agli anni 2000-2010. Il costo della vita, secondo le denunce delle associazioni dei consumatori, prosegue la sua corsa in salita, e al ritorno dalle vacanze brutte sorprese attendono gli italiani; le associazioni chiedono quindi all’esecutivo delle misure per contrastare il fenomeno dell’aumento dei prezzi e annunciano provvedimenti. Mobilitazione dei consumatori il 19 settembre.

Secondo le tabelle dell’Istituto di statistica nel 2000 la spesa media mensile delle famiglie era pari a 2.178 euro, ma la ripartizione geografica mostrava evidenti differenze: al Nord saliva fino a 2.441 euro, al Centro restava vicino al dato nazionale con 2.149 euro, mentre al Centro scendeva a 1.811 euro. In 10 anni le differenze tra i Mezzogiorno e il resto della penisola sono ulteriormente aumentate, portando la spesa mensile a 2.795 nel Nord (+14,5%), a 2.538 al Centro (+18,1%) e 1.882 al Sud (+3,9%).
Tra i vari capitoli di spesa il primo posto spetta alla casa, che nel tempo ha ulteriormente incrementato la cifra destinata dalle famiglie, passando dal 22,3% del totale al 28,4%, con un incremento di 6,1 punti percentuali. Al secondo posto ci sono alimenti e bevande, che mantengono la loro quota di spesa (18,6% nel 2000 e 19% nel 2010). Stabile anche il terzo posto, con i trasporti che registrano un lieve calo, si passa infatti dal 15,3% al 13,8%.
Si riduce di poco la spesa per abbigliamento e calzature, che passa dal 6,6% al 5,8%; mentre salgono i costi per combustibili ed energia elettrica che dal 4,6% arrivano al 5,3%. Giù la quota destinata ad ‘arredamento, elettrodomestici e servizi per la casa’, che dal 7,4% si porta al 5,4%; in calo anche la percentuale destinata al tempo libero e cultura che dal 5,3% si riduce al 4,4%. Restano stabili le risorse impiegate per i servizi sanitari e per la salute, che passano da 3,9% al 3,7%; e si muove di poco anche la spesa per le comunicazioni: era pari al 2,3% nel 2000 e slitta al 2% dieci anni dopo; mentre per l’istruzione si passa dall’1,3% all’1,1% e per il tabacco dallo 0,9% allo 0,8%.
Dall’analisi territoriale emerge che mentre al Nord la quota destinata nel 2010 agli alimenti e bevande è pari al 16,5% (16,6% nel 2000), nel Sud sale fino al 25% (23% nel 2000); resta vicino alla media invece il Centro con 18,6% (17,6% nel 2000). Mentre a pagare di più per la casa sono le famiglie del Centro, che destinano al capitolo il 31,1% delle risorse complessive (era 24,2% nel 2000); al Nord la percentuale è pari al 28,8% (23,2% nel 2000), mentre al Sud si scende al 25% (19,2% nel 2000).