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Lavoro, nuova polemica Camusso-Monti sullo Statuto dei lavoratori. L’accusa della Cgil: Nessuna idea per la crescita

Poche parole, quasi per inciso, ma sufficienti a riaccendere la miccia. Perché la questione toccata è la’vexata quaestio’ dello Statuto dei Lavoratori. A pronunciarle è il premier, Mario Monti, che, intervenendo in videoconferenza a un convegno dell’Università Roma Tre, afferma che alcune disposizioni della legge 300 del 1970 “hanno contribuito a determinare una insufficiente creazione di posti di lavoro“, danneggiando così proprio quelle fasce deboli che invece si volevano tutelare. Tanto basta per alimentare polemiche che si rincorrono per tutta la giornata. A partire dalla reazione dura della Cgil: è evidente che Monti, attacca il leader Susanna Camusso, “non ha un’idea di cosa fare per la crescita e lo sviluppo del Paese“.
Alla fine, sono fonti di Palazzo Chigi a far notare che “non c’era nessun intento polemico legato all’attualità politica nel passaggio del presidente del Consiglio Mario Monti sullo statuto dei lavoratori”. Il sito di Palazzo Chigi riporta l’intero passaggio dedicato alla questione, aggiungendo anche “il testo scritto dal Prof. Mario Monti il 24 aprile 1985 (introduzione al Convengo ‘Economia, etica e scelte dell’imprenditore’, con la partecipazione del cardinale Carlo Maria Martini), pubblicato in ‘Il governo dell’economia e della moneta’ di Mario Monti – Longanesi, 1992″. Tutto, per dimostrare che le idee di Monti sullo Statuto dei lavoratori sono le stesse da vent’anni e che anche in quell’occasione il professore seguì lo stesso filo del ragionamento sviluppato oggi, citando anche gli stessi esempi.
Oggi il riferimento diretto allo Statuto dei lavori arriva, a titolo d’esempio, dopo una più ampia argomentazione, sollecitata dal Professor Gianfranco Pasquino, su quello che Monti ha definito ”scarto tra l’etica delle intenzioni e l’etica delle responsabilità che ha, spesso, contrassegnato le polemiche economiche del passato”. ”Alcuni danni ingenti – spiega Monti davanti alla platea dell’Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo romano – sono derivati dalla speranza di fare bene ma con decisioni politiche non caratterizzate da pragmatismo e da una valutazione degli effetti”. E, così, “certe disposizioni, giustamente tese a tutelare le parti deboli nei rapporti economico, hanno finito, impattando nel gioco del mercato, per danneggiare le stesse parti che intendevano favorire”. E’ stato il caso, dice Monti, di ”certe norme sul blocco dei fitti” che hanno reso più difficile la disponibilità di alloggi in affitto a favore di coloro che si volevano tutelare”. Ed è stato il caso, e qui arriva l’affondo, dello Statuto dei lavoratori. Infatti, certe sue disposizioni ”ispirate dall’intento molto nobile di proteggere la parte più debole, il lavoratore, hanno contribuito a determinare un insufficiente creazione di posti di lavoro”. Di più Monti non dice. Il Professore prosegue il suo intervento parlando di euro, di integrazione europea, delle misure adottate dal Governo per evitare il commissariamento del Paese; dice di essere sereno e lieto se gli interventi varati avranno pieno sviluppo nell’agenda del prossimo esecutivo.
Ma sono proprio le parole sullo Statuto dei Lavoratori a scatenare, da subito, reazioni immediate e di segno diverso sul fronte sindacale e politico. ‘Tranchant’ il numero uno della Cgil, Susanna Camusso. “Penso che sia esattamente la dimostrazione che questo governo non ha un’idea di cosa fare per la crescita e lo sviluppo del Paese”, dice Camusso. “Pare che abbia esaurito qualunque spinta propulsiva – incalza – è la ripetizione di un film che abbiamo già visto. Si conferma che non c’e’ un’idea del Governo su come affrontare i temi della crescita e dello sviluppo in Italia”. Le parole di Monti, insiste il segretario generale della Cgil, rappresentano “il peggiore liberismo, cioe’ quello che ha teorizzato che la diseguaglianza abbia fatto crescere il mondo. Sono quattro anni che il mondo non sa uscire dalla crisi determinata esattamente da quella logica li’”. Un plauso alle parole del Premier arriva, invece, dal Pdl. Il segretario Angelino Alfano sottolinea che ”Monti dice cose giuste sullo statuto dei lavoratori. La Cgil e la Camusso lo attaccano. Noi e Monti sull’argomento abbiamo le stesse idee”. Anche il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, commenta la polemica innescata dalle dichiarazioni di Monti. Polemica che, però, osserva, ”non ha ragione di essere”. “Siamo in una fase in cui per garantire lavoro ai giovani – aggiunge – occorre un mercato più flessibile pur rispettando i diritti fondamentali dei lavoratori. E’ per questo che il Parlamento, su iniziativa del governo, ha recentemente riformato lo statuto dei lavoratori compreso l’art. 18”.
Di segno opposto le valutazioni in casa Pd. “La priorità dell’esecutivo è promuovere politiche per lo sviluppo e la crescita, non discutibili interpretazioni della storia. Lo Statuto dei lavoratori rimane una delle grandi conquiste di civiltà giuridica e sociale della storia repubblicana”, dice Rosy Bindi, presidente democrat. Negli stessi minuti in cui Monti parla di Statuto dei Lavoratori, in Confindustria, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, difende la riforma del mercato del lavoro, varata dal Governo. “So che gli imprenditori avevano chiesto una riforma piu’ incisiva ma penso che quello che abbiamo fatto sull’articolo 18 sia una buona premessa per creare piu’ occupazione. Quello che abbiamo fatto non lo abbiamo fatto a caso, abbiamo cercato di compiere una modifica non punitiva”, dice. Intanto, il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, fa osservare che “c’e’ stato un buon assestamento in Parlamento, grazie alla nostra iniziativa. L’articolo 18 non è stato toccato anzi, e’ stato perfino migliorato in alcuni aspetti”. Ma, sul fronte del lavoro, a tenere banco c’è anche il ‘dossier’ aperto dal Governo di un incremento della produttività come fattore di crescita. E su questo interviene il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. Aumentare la produttività non significa “far correre di più sul posto i lavoratori ma creare investimenti sul altri fattori, come legalità e capitale umano, ed eliminare lacci e lacciuoli”. Un tema, quello produttività, che “deve essere concepito e condiviso dalle forze politiche e trovare pronti i cittadini”.