Dopo la Polverini tocca a Formigoni? Il Pd in Lombardia annuncia il ritiro dal Consiglio
Renata Polverini ha annunciato in conferenza stampa le sue dimissioni da governatore del Lazio, assicurando di andarsene ”a testa alta e con la coscienza pulita”.
Secondo quanto previsto dallo statuto regionale del Lazio, le dimissioni del presidente della Giunta sono una delle cause di dimissioni della giunta regionale stessa. Alle dimissioni della Giunta consegue lo scioglimento del Consiglio, che viene dichiarato con decreto del Presidente del Consiglio regionale.
Lo Statuto prevede inoltre che la Giunta dimissionaria resta in carica, presieduta dal Presidente della Regione, ovvero dal vicepresidente nei casi di rimozione, decadenza, impedimento permanente e morte del Presidente, limitatamente all’ordinaria amministrazione, fino alla proclamazione del Presidente della Regione neoeletto. Intanto le dimissioni della Polverini potrebbero determinare un effetto domino sulle altre amministrazioni in bilico. In Lombardia il Pd sembra intenzionato a ritirarsi dal Consiglio.”Noi anche qui siamo pronti a fare il passo delle dimissioni come il Pd del Lazio, ma chiedo alla maggioranza di Pdl e Lega di battere un colpo perché la responsabilità è loro, i numeri sono numeri”. Lo ha affermato il segretario regionale del Pd Maurizio Martina, a margine dei lavori al Pirellone, commentando quanto successo nella Regione Lazio. Il segnale al quale Martina si riferisce tiene conto del fatto che le dimissioni dei 21 esponenti del Pd non sarebbero sufficienti a provocare la caduta del Consiglio regionale. Caduta che potrebbe avvenire solo se anche la Lega, oltre alle opposizioni, decidesse di lasciare la maggioranza.
Ieri intento la governatrice ha incontrato il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano che avrebbe ribadito l’appoggio incondizionato del partito.
Prima della notizia delle dimissioni, il leader centrista Pier Ferdinando Casini , parlando al Tg3, si era dichiarato a favore di elezioni anticipate. “Polverini faccia un passo che i cittadini apprezzerebbero”, di fronte “allo schifo” emerso dallo scandalo dei fondi del consiglio laziale, “la cosa migliore è restituire la parola ai cittadini”.
Anche oggi a Palazzo di Giustizia di Piazzale Clodio i magistrati e gli investigatori del Nucleo di polizia valutaria hanno proseguito l’esame della documentazione depositata da Franco Fiorito. Fra i documenti finiti nel mirino dell’aggiunto Alberto Caperna e del pubblico ministero Alberto Pioletti ci sono anche le fatture con le quali è stato possibile attingere ai fondi regionali a disposizione del Pdl e che sono stati liquidati.
I magistrati intendono verificare attraverso la loro analisi se le fatture consegnate dall’ex capogruppo del Pdl siano “genuine”. E’ la stessa verifica che sta facendo la Procura della Repubblica di Viterbo che oggi ha ascoltato come testimone indagato in reato connesso Fiorito.
Lasciando gli uffici della procura, l’ex capogruppo del Pdl al consiglio regionale del Lazio ha detto a Viterbo Tv: “Se il Consiglio si scioglie io mi ricandido, non vedo perché non dovrei”, ha aggiunto.
Passa intanto al contrattacco Francesco Battistoni, già successore di Fiorito nell’incarico di capogruppo Pdl alla Regione Lazio e a sua volta dimissionario. Battistoni ha dato incarico ai suoi avvocati di querelare per diffamazione Fiorito.
Lazio: Zanda, Polverini ha fatto quello che doveva ora elezioni
Roma, 24 set. – (Adnkronos) – “Dopo le dimissioni dei consiglieri del Partito Democratico e di mezzo consiglio regionale, Renata Polverini non poteva prendere altra decisione che dimettersi da Presidente. Bisogna comunque darle atto di aver fatto, sia pure dopo molte esitazioni e contraddizioni, il suo dovere istituzionale. Adesso, per coerenza, e’ assolutamente necessario che le nuove elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del Lazio vengano convocate con la massima rapidita’ consentita dall’ordinamento”. Lo dice Luigi Zanda, vicepresidente del gruppo del Pd al Senato.
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