Euromaratona, niente di fatto: Londra resta fuori. Accordo a 23. L’Europa a due velocita’ tenta la sfida alla crisi
Sono durati oltre nove ore gli incontri negoziali tra i leader dell’Unione Europea con l’obiettivo di rafforzare la governance a 27 Paesi. Tutto il lavoro però non è valso a superare le ritrosie di Londra che come dichiara Nicolas Sarkozy “aveva posto delle condizioni inaccettabili” come uniche garanzie per poter accogliere una riforma dei Trattati a 27 Paesi, così come era appunto nelle intenzioni sottese al vertice.
Il risultato per ora, come sottolinea il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy è quello di aver concordato nel breve termine “un’azione immediata per superare le attuali difficoltà” attraverso un aumento delle nostre risorse finanziarie che, si spera, possa ‘impressionare’ i mercati alla loro riapertura questa mattina.
“Per il lungo periodo, abbiamo raggiunto un accordo su un nuovo patto di bilancio per l’eurozona, che è un primo risultato importante”. “Ci impegneremo tutti a nuove, forti regole di bilancio” attraverso un maggiore automatismo delle sanzioni, l’introduzione in Costituzione della norma sul pareggio di bilancio e la presentazione alla Commissione da parte degli Stati membri delle bozze di bilancio, ha spiegato il presidente del Consiglio Ue.
Se “l’accordo sulla sostanza è stato ampio”, meno lo è stato sulla forma “per renderlo solennemente vincolante”, ha ammesso il presidente del Consiglio europeo, sottolineando come nell’Ue non sia “mai facile parlare degli strumenti legali”. “La conclusione è stata che procederemo con un accordo intergovernativo dei 17 Paesi membri dell’area euro, più sei, mentre altri due non hanno ancora un mandato a partecipare” (Repubblica Ceca e Svezia), ha spiegato Van Rompuy. “Noi avremmo preferito un accordo a 27 – ha detto con disappunto Sarkozy in una conferenza stampa a Bruxelles – ma questo non è stato possibile tenuto conto della posizione dei nostri amici britannici”, che hanno posto “condizioni inaccettabili per tutti gli altri Paesi”.
Data la mancanza di unanimità tra gli Stati membri è stato deciso di adottare le nuove misure anticrisi “attraverso un trattato internazionale che deve essere firmato a marzo o prima”, con l’obiettivo di “incorporare questi provvedimenti nei Trattati dell’Unione il prima possibile”. E’ quanto si legge nelle conclusioni della prima nottata di lavoro del vertice Ue. A partecipare saranno i 17 paesi dell”eurozona, mentre “i capi di stato e di governo di Bulgaria, Danimarca, Lettonia, Polonia e Romania hanno indicato la loro intenzione di fare parte del processo”. “I capi di stato di governo della Repubblica Ceca e della Svezia si consulteranno con i propri parlamenti prima di prendere una decisione”. Fuori dall’accordo, invece, Gran Bretagna e Ungheria.
Per quanto riguarda l’Italia, le misure prese dal governo Monti sono state accettate con favore e a tal proposito si è sottolineato l’impegno “l’impegno del nuovo governo greco, sostenuto da tutti i partiti, per mettere in atto pienamente il suo programma, così come i significativi progressi raggiunti da Irlanda e Portogallo nell’attuare i loro programmi” di salvataggio.
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