Roma, 15enne si suicida. L’accusa dell’Arcigay: Era deriso dai compagni di scuola
La procura di Roma ha aperto un fascicolo atti relativi, dunque senza ipotesi di reato né indagati, sulla vicenda del ragazzino di 15 anni suicidatosi dopo essere stato deriso perché gay. E’ stato incaricato di seguire il caso il procuratore aggiunto Filippo Laviani. Non si esclude che nel corso delle indagini possa essere ipotizzato il reato di istigazione al suicidio.
Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, lancia un appello al ministro della Pubblica Istruzione Francesco Profumo ”perché indica una giornata di lutto nelle scuole con un minuto di silenzio”. ”Il suicidio del giovanissimo ragazzo romano merita la partecipazione di tutto il mondo della scuola”, sottolinea.
“Questo – aggiunge – potrebbe essere un modo per tutti, soprattutto per gli studenti, di partecipare ad una tragedia umana che lascia un aspetto da chiarire: il ragazzo suicida era gay e non è escluso che sia stato vittima di azioni di discriminazione e di omofobia”.
Imma Battaglia, presidente Dì Gay Project, commentando il suicidio dello studente romano, sottolinea: “Come associazioni Lgbt dobbiamo ricordarci quanto sia importante restare uniti e non smettere di lottare contro ogni forma di discriminazione”. “Aderiremo alla fiaccolata di stasera, organizzata dalle associazioni per non dimenticare”, annuncia poi.
Su Facebook il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, scrive: ”Lo chiamavano ‘il ragazzo dai pantaloni rosa’. Su Facebook c’era una pagina in cui veniva preso in giro dai suoi compagni di scuola. Aveva 15 anni e ieri si è tolto la vita. E’ una storia terribile, ma dobbiamo raccontarla perché tutti si rendano conto di quanto fa male l’omofobia, delle conseguenze terribili che offese e battute possono avere sulla vita delle persone. C’è chi vuole imporre le proprie paure e le proprie ossessioni. Noi dobbiamo continuare a lottare contro l’ignoranza e il pregiudizio, perché tutti siano liberi e felici di essere se stessi”.
Social