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Napolitano: L’Italia è sulla strada giusta, adesso bisogna evitare passi falsi

Gli sforzi compiuti per affrontare la crisi hanno indirizzato l’Italia ”sul giusto binario”. Ora a pochi mesi dalla conclusione della legislatura ”si evitino passi falsi, passi indietro che rischierebbero di appannare la ripresa di fiducia nell’Italia, la ripresa di credibilità e dignità”.
A dirlo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della cerimonia di consegna delle Insegne di Cavaliere dell’Ordine ‘Al merito del Lavoro’, nominati il 2 giugno 2012, che si è svolta al Quirinale. Nel corso della cerimonia hanno preso la parola il presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Benito Benedini e il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti. E’ quindi intervenuto il Presidente Napolitano, che ha poi consegnato le insegne ai nuovi Cavalieri del Lavoro e, contestualmente, gli attestati ai nuovi Alfieri del Lavoro. Erano presenti il presidente della Corte costituzionale, Alfonso Quaranta, il vice presidente della Camera, Rocco Buttiglione, il Segretario di Presidenza del Senato, Lucio Malan, il ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, il Consiglio direttivo della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro e altre autorità. In precedenza il Presidente Napolitano aveva consegnato il distintivo d’oro ai Cavalieri del Lavoro che appartengono all’Ordine da 25 anni.
Nel corso della cerimonia il capo dello Stato ha ribadito come sia necessario ”un largo, responsabile sforzo per una costruttiva conclusione della legislatura. Abbiamo davanti alcune settimane dense di impegni in Parlamento”. E, anche in vista del confronto elettorale, è necessario ”misurarsi non su generiche invocazioni al superamento della crisi, ma su opzioni precise e praticabili, effettivamente sostenibili a livello nazionale e a livello dell’Unione”.
Non bisogna comunque abbassare la guardia, perché ”l’Italia condivide con l’Europa fenomeni di recessione, che lambiscono perfino la Germania e di disoccupazione crescente. La preoccupazione per quei fenomeni e per il malessere sociale che ne deriva, in particolare in Italia, e quindi per i rischi cui è esposta la coesione sociale, deve essere al centro dell’attenzione delle istituzioni”.
Le sole soluzioni ”praticabili” per affrontare con incisività la crisi sono quelle ”coordinate a livello europeo”. Secondo Napolitano non bisogna ”isolare la situazione italiana, nei suoi aspetti più critici, al contesto europeo, se vogliamo che i nostri giudizi siano obiettivi e se vogliamo cercare soluzioni coordinate a livello europeo, che sono le sole praticabili”. ”Il consolidamento fiscale -ha aggiunto il capo dello Stato- è dunque problema europeo, che richiede misure fortemente innovative come quelle sancite nell’accordo fiscal compact in via di ratifica”.
Il cardine di un sistema democratico, conclude, “è rappresentato dal fatto che allo scadere del mandato tutti siamo sostituibili. Ed è questa, da parte mia, una serena e sincera prova di fiducia nelle istituzioni e nel Paese”.
Per Napolitano i tagli alla spesa pubblica sono inevitabili se si vuole evitare che l’Italia ”sia spinta di nuovo sull’orlo di una crisi disastrosa del debito sovrano”, ma i finanziamenti per la scuola, l’università, la ricerca e la cultura, sono ”prioritari”.
“Si può discutere, ed è bene che si discuta, su una possibile diversa distribuzione delle misure riduttive della spesa pubblica, su una maggiore selettività”, ma dalla strada dei tagli non si può deviare, né si può ”restare prigionieri di conservatorismi e corporativismi”. Se si vogliono cambiare i termini dei tagli alla spesa pubblica, aggiunge, ci vogliono ”concrete proposte alternative che garantiscano egualmente il raggiungimento degli obiettivi complessivi di risparmio”. ”E bisogna predisporsi – aggiunge il capo dello Stato – a tutti i cambiamenti strutturali, istituzionali, comportamentali, necessari per garantire il più razionale, trasparente e sobrio uso delle risorse finanziarie pubbliche”. Secondo Napolitano, bisogna ”evitare ovvietà e semplicismi, che non aiutano in alcun modo. Sappiamo benissimo che la riduzione del deficit e del debito, attraverso misure di sensibile diminuzione della spesa pubblica, ed essendo ancora nell’impossibilità di abbassare la pressione fiscale, produce effetti recessivi. Ma a scelte di quel genere non si può sfuggire, se non vogliamo che l’Italia sia spinta di nuovo sull’orlo di una crisi disastrosa del debito sovrano”.