Calcioscommesse, il business non si ferma: 17 arresti, in manette anche Doni
E’ scattata questa mattina all’alba una nuova operazione congiunta delle squadre mobili di Cremona, Brescia, Bologna contro il calcioscommesse. 17 i provvedimenti restrittivi nei confronti di soggetti appartenenti ad una organizzazione transnazionale dedita alla combine di partite di calcio e attiva in Italia e in diversi Stati esteri. Sotto la lente degli inquirenti sarebbero finiti tre incontri di serie A 2010-2011, numerose partite di Serie B della scorsa stagione e almeno cinque del campionato 2009-2010. L’operazione odierna costituisce la seconda tranche dell’inchiesta ‘Last bet’, sempre condotta dalla Procura della Repubblica di Cremona, che lo scorso giugno ha portato in carcere 16 altri indagati, tra i quali l’ex calciatore Giuseppe Signori e gli giocatori: Marco Paoloni, Vincenzo Sommese e Marco Micolucci.
Tra gli arrestati, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva, ci sono giocatori ed ex giocatori, tra cui l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, già sospeso dall’attività agonistica per tre anni da parte della giustizia sportiva. Il giocatore della formazione bergamasca, assieme ad altri due indagati, Antonio Benfenati (gestore di uno stabilimento balneare a Cervia) e Nicola Santoni, ex preparatore atletico del Ravenna Calcio, sarebbe coinvolto nella combine di due partite dell’Atalanta del campionato di Serie B della scorsa stagione.
Doni sarebbe stato arrestato perché su di lui pesava il rischio dell’inquinamento delle prove. L’ex giocatore dell’Atalanta avrebbe pagato parte delle parcelle del legale di Nicola Santoni perché non parlasse con gli inquirenti. Inoltre, in occasione delle partite truccate, il giocatore avrebbe usato una carta sim intestata a un cittadino romeno convinto di non essere intercettato. Durante queste conversazioni avrebbe ammesso che ci sarebbe stata la possibilità, grazie alle nuove tecnologie, di alterare i dati del telefono dello stesso Santoni sequestrato la scorsa estate.
Gli atri provvedimenti riguardano Carlo Gervasoni (calciatore del Piacenza, allo stato sospeso dall’attività agonistica), Filippo Carobbio (calciatore dello Spezia), Alessandro Zamperini (ex calciatore di Serie B e Lega Pro) e Luigi Sartor (ex giocatore di Parma, Vicenza, Inter e Roma).
Nel mirino degli investigatori alcuni i ncontri di serie A come Brescia-Bari (2-0, 6 febbraio 2011), Brescia-Lecce (2-2, 27 febbraio 2011) e Napoli-Sampdoria (4-0, 30 gennaio 2011). Nessuno dei tre match figurava nella lista delle 38 partite segnalate lo scorso giugno dai Monopoli di Stato alla Procura di Cremona e su cui si erano registrati flussi anomali di scommesse.
Per quanto riguarda quelle di serie B gli incontri sotto inchiesta sono Grosseto-Reggina del 23 maggio 2010 e di Empoli-Grosseto del 30 maggio 2010, già segnalate dai Monopoli di Stato a causa di flussi anomali di scommesse. Le partite figuravano nell’elenco inviato dalla Procura federale della Federcalcio ai magistrati di Cremona. Tra le altre partite coinvolte ci sarebbero anche Cittadella-Mantova del 24 aprile 2010, Ancona-Grosseto del 30 aprile 2010 e Brescia-Mantova del 2 aprile 2010. Sotto la lente degli inquirenti sarebbero finite anche numerose partite della stagione 2010-2011 di Serie B.
“Siamo intervenuti con urgenza perché le manipolazioni di alcune partite erano in atto”, ha detto il procuratore capo della Repubblica di Cremona, Roberto Di Martino. Tutto è partito dall’incontro di coppa Italia del 30 novembre scorso tra Cesena e Gubbio, per il quale, ha spiegato il procuratore capo, erano stati offerti 200 mila euro a quattro giocatori per falsare il risultato. La scoperta della combine è avvenuta grazie alla testimonianza di un giocatore del Gubbio contattato che si sarebbe rivolto prima alla giustizia sportiva e che ha di fatto dato il via a questo nuovo filone di indagini. Indagini che portano fino a Singapore da dove l’organizzazione criminale gestiva i suoi affari.
Le somme investite, ha spiegato il procuratore, nel calcio-scommesse erano pari a molti milioni di euro che venivano ripartiti tra i membri dell’organizzazione e anche tra coloro che di fanno non avevano partecipato alla manipolazione della partita in oggetto. Una sorta quindi di distribuzione di dividendi tra gli organizzatori che muovevano il denaro sempre in contanti.
Capo dell’organizzazione il cittadino di Singapore Eng Tan Seet, tuttora ricercato. Le indagini hanno subito una svolta grazie anche a quanto dichiarato da un altro cittadino di Singapore detenuto in Finlandia e già condannato in Germania per 5 anni per reati simili. Questo signore, come lo ha definito il procuratore capo Di Martino avrebbe svelato numerosi particolari dell’organizzazione che hanno portato all’arresto di 7 cittadini italiani e al mandato di cattura per altri 10 cittadini stranieri mentre indagate sono tuttora altre 11 persone. L’uomo sentito, ha ancora spiegato Di Martino si occupava del settore Africa e Sudamerica e “ci ha riferito che in Finlandia l’organizzazione comprava direttamente le società di calcio e che una cosa simile avevano tentato di fare anche in Italia”.
Rispetto alle indagini precedenti come ha spiegato il procuratore capo Di Martino si è capito che quelli che sono stati definiti come “gli zingari” nelle indagini dell’estate scorsa, in realta’ erano il vero e proprio braccio destro degli uomini di Singapore. L’organizzazione nasce nel 2007-2008 anche se tra i suoi addetti vi sono uomini con esperienze simili risalenti al 1994. Nel corso delle indagini grazie alle intercettazioni effettuate dalla autorita’ giudiziaria croata, si sono accertati tentativi di corruzione per partite di serie B e delle serie minori: in tutto una decina di partite per le quali gli ‘zingari’ si installavano nell’albergo delle squadre da dove si mettevano in contatto con i giocatori da corrompere.
Dell’organizzazione, ha spiegato Di Martino, facevano parte Carlo Gervasoni, l’ex calciatore del Piacenza, che aveva il compito di reclutare gli ‘zingari’, Luigi Sartor che teneva i contatti tra il gruppo di Bologna e quello di Singapore e Alessandro Zamperini che si occupava delle partite di coppa Italia. Per quanto riguarda invece il gruppo formato da Doni, Benfenati e Santoni “si tratta -ha spiegato Di Martino- della vecchia associazione a delinquere già contestata ma per la quale si sono concentrati elementi che avrebbero portato al rischio di un inquinamento che hanno portato all’esigenza della custodia cautelare. Il tentativo di inquinare le prove era grave anche perché -ha sottolineato il procuratore- gli arrestati si riproponevano di fare qualcosa di sconcertante”.
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