L’art. 18 torna a dividere: Camusso e Confindustria contro
‘L’articolo 18 è una norma di civiltà che dice che nessun imprenditore e nessun datore di lavoro può licenziare un lavoratore perché gli sta antipatico, perché ha un’opinione, o fa politica oppure fa il rappresentante sindacale. L’art. 18 ha un potere deterrente ed è per questo che si vuole togliere ma e’ importante che rimanga”, così il leader della Cgil Susanna Camusso che replica alle parole di Emma Marcegaglia presidente di Confindustria che in riferimento proprio all’art. 18 aveva detto di auspicare un “aumento della flessibilità in uscita e siamo disponibili a ragionare su alcune riduzioni di flessibilità in entrata”.
“Questa storia non la capisco proprio. Si aizza la gente alla protesta su una materia problematica. Non doveva far questo il governo tecnico”, dice dal canto suo il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni che aggiunge: “Sono molto preoccupato, perché a 12 ore dall’approvazione della manovra già si sta aizzando la gente su una materia problematica. E’ la politica dell’invidia sociale: mal comune mezzo gaudio – ha continuato Bonanni – basata sul presupposto che se i giovani vedono che i più anziani perdono il posto di lavoro si sentono meglio, ma è un’impostura. Il governo si renda disponibile a pagare di più il lavoro flessibile. Sfidiamoci sul fatto che si paga di più la flessibilità”.
“Non vogliamo scontri ideologici sull’articolo 18, ma non vogliamo che sia considerato un totem”, afferma Pier Ferdinando Casini aggiungendo: “Come ogni cosa del mondo è ampiamente perfettibile e se possiamo dare un consiglio a tutti è di misurare i toni”.
“Una delle grandi riforme da fare è quella di limitare al massimo i contratti a termine”, ha dichiarato il presidente della Camera Gianfranco Fini. “Non più contratti a termine – ha aggiunto – ma per i neo assunti contratti a tempo indeterminato. In cambio, se per le aziende le cose dovessero andare male, la possibilità di una maggiore flessibilità in uscita, possibilità di licenziare che oggi con l’articolo 18 è più complicato”.
Social