• Home »
  • Apertura-NO »
  • Monti a Napolitano: Dimissioni dopo legge stabilità, con sfiducia Pdl non si va avanti

Monti a Napolitano: Dimissioni dopo legge stabilità, con sfiducia Pdl non si va avanti

Monti a Napolitano: Dimissioni dopo legge stabilità, con sfiducia Pdl non si va avanti

Il premier Mario Monti lascerà la guida del governo subito dopo l’approvazione delle leggi di stabilità. E’ la decisione presa ieri in seguito allo strappo con il Pdl e comunicata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a colloquio in serata al Quirinale. In precedenza il capo dello Stato aveva incontrato i leader dei partiti in consultazioni informali per fare il punto.
La road map sarebbe piuttosto chiara: una volta approvata la legge di stabilità e alcuni provvedimenti ritenuti essenziali sia dal Colle che da Palazzo Chigi, si procederà allo scioglimento delle Camere fra il 10 e il 20 gennaio in modo da votare il 10 e 11 marzo, accorpando le Regionali di Lombardia e Molise.
Prima di andare al Quirinale, da Cannes, Monti si era mostrato tranquillo. Anche se rispondendo alla domanda di un giornalista francese sul premio Nobel all’Europa, aveva esortato a essere “sempre vigili verso ogni forma di populismo e di nazionalismo”. Il premier ha quindi rivendicato il proprio operato. “La politica italiana è complessa, ma quest’anno abbiamo fatto passi avanti che altri paesi hanno considerato di fare ma che non hanno fatto”. “Con una strana grande coalizione, il Parlamento italiano è riuscito a uscire da una situazione molto grave”. Una situazione, aveva sottolineato Monti, “la cui gravità non si misurava solo in conseguenze per l’Italia. Eravamo il Paese che avrebbe potuto far crollare la zona euro in modo definitivo”. In Italia, ha affermato il premier, “sono state fatte riforme strutturali che ne’ centrodestra ne’ centrosinistra avrebbero potuto fare da soli”.
Intanto continuano a piovere critiche su Berlusconi dopo la decisione del Pdl di non sostenere più Monti. Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, “la decisione assunta dal Pdl è molto grave perché fa correre ancora ulteriori rischi all’Italia”.
Quanto al ritorno in campo del Cavaliere, Fini aveva sottolineato che “Berlusconi si è simpaticamente definito un dinosauro, se lo dice lui perché non credergli?”. E al cronista che di rimando gli ha chiesto, ‘come vede la discesa in campo dei dinosauri?’ Fini ha risposto: “I dinosauri appartengono a un’altra era geologica come tutti sanno”. Lo scenario più plausibile, secondo Fini, è che si andrà al voto “probabilmente a marzo”, e la fine della legislatura sarà “anticipata di qualche settimana”. Ora è necessario garantire, aveva aggiunto, “uno svolgimento ordinato” di questa ultima fase.
Anche Pier Ferdinando Casini aveva rinnovato le critiche a Berlusconi: “Gli italiani hanno fatto sacrifici per cercare di evitare il baratro” e oggi “riemerge Berlusconi con le ricette di 5 anni fa’”. “Se c’è un responsabile di questa situazione” è proprio Silvio Berlusconi e, ha sottolineato il leader dell’Udc, “è infantile” il tentativo “di ribaltare accuse su Monti che invece ha cercato” di salvare il Paese dal ‘rischio’ Grecia.
Per Stefano Fassina, responsabile Economia del Pd, sarebbe auspicabile lo scioglimento delle Camere non appena approvati “tre provvedimenti” che vanno fatti: legge di stabilità, dl sviluppo e quello sull’Ilva. “Prolungare l’incertezza e l’agonia del Parlamento con un Pdl inaffidabile è un danno per gli italiani”. “Approviamo queste tre leggi e poi andiamo in fretta a votare. Non permetteremo la propaganda del Pdl”. Con il Porcellum, aveva aggiunto Fassina: “E’ impossibile ormai fare una riforma elettorale con un interlocutore inaffidabile e che pensa solo a interessi nemmeno di partito, ma personali. Noi faremo le primarie per i parlamentari e ricorderamo di chi è la responsabilità politica delle misure dure del governo Monti”
“Meno male che il presidente Napolitano ha le idee chiare sul come gestire questa delicata situazione provocata dalla irresponsabilità di Berlusconi – era intervenuto Nello Formisano (Dl), portavoce parlamentare di Diritti e Libertà -. Le prossime settimane vedranno il Parlamento impegnato nell’adozione di una serie di provvedimenti, a cominciare dalla legge di stabilità, senza cui l’Italia tornerebbe indietro di 12 mesi sul piano delle relazioni internazionali”.
Per il presidente dell’IdV, Antonio Di Pietro, “con un anno di governo Monti la situazione del nostro Paese è peggiorata sul piano economico, sul piano sociale e su quello dell’occupazione”. ”In Parlamento tutti i provvedimenti sono stati presi in misura ridotta perché il governo era sotto il ricatto costante di un Pdl che pensava solo agli affari suoi. Tutto ciò è la riprova che abbiamo perso un anno inutilmente e quindi ci auguriamo che si vada al più presto al voto per dare ai cittadini un governo politico, alternativo sia a Monti sia a Berlusconi”.
Il portavoce del Pdl Daniele Capezzone ha replicato al presidente della Camera: “Fini è in uno stato di evidente disperazione politica. Solo così si spiega la scelta di usare una delle massime cariche istituzionali come sgabello per comizi da campagna elettorale contro le legittime scelte politiche di Silvio Berlusconi e del Pdl, che il Presidente della Camera non può permettersi di sindacare o attaccare”. ”La terza carica dello Stato – aveva spiegato Capezzone- che guida un ramo del Parlamento, ha infatti il dovere di rispettare ogni posizione. Gli elettori, comunque, lo manderanno presto in vacanza, magari a Montecarlo”.