No Tav, corteo pacifico in Val di Susa
Gli organizzatori della manifestazione No Tav hanno stimato, a corteo finito, la presenza di 20.000 persone e la testa del corteo durante il suo percorso è entrata nell’area interdetta dal Prefetto di Torino, quella corrispondente al sentiero che conduce alla baita di Val Crarea, tagliando a colpi di cesoie la prima recinzione. Ad ogni modo la Questura di Torino ha precisato che non è stato commesso nessun atto illegale.
Un gruppo di manifestanti ha provato comunque ad avanzare nei pressi del torrente Clarea ma è stato loro impedito di continuare dalle forze dell’ordine lì schierate. La situazione comunque è rimasta tranquilla.
“Ci possiamo ritenere più che soddisfatti, abbiamo raggiunto i nostri obiettivi”, ha sottolineato Alberto Perino, leader del movimento No Tav. Rinviando l’appuntamento “a una prossima manifestazione che sarà decisa dal coordinamento del movimento”, Perino ha aggiunto: “Abbiamo scontentato tutti quelli che gufavano e che volevano le botte. Rifaremo le manifestazioni fino a quando le reti del cantiere non cadranno. La partita è lunga ma ce la faremo. Ora il motto non è più ‘sarà dura’ ma ‘è dura’”.
Al corteo hanno preso parte anche il presidente del comitato centrale della Fiom Giorgio Cremaschi e il leader della Federazione della sinistra Paolo Ferrero.
Anche dal punto di vista delle ”forze dell’ordine è stato un successo – sottolinea il sottosegretario all’Interno, Michelino Davico – e anche tra i manifestanti nessuno è andato oltre.”Fondamentale è stata l’ordinanza del prefetto di Torino, che permetteva una miglior possibilità di movimento tra le forze dell’ordine, che hanno potuto così garantire, oltre alla protezione del cantiere, la sicurezza di tutti. Oggi sono stati controllati oltre 200 autoveicoli e circa 350 persone, tra cui alcuni stranieri. Una quindicina sono stati fermati e tra questi ci sarebbero anche cinque indagati”. “Qualcuno ha tagliato delle reti, ma in realtà erano delle griglie di interdizione dei sentieri – conclude il sottosegretario all’Interno- ad alcuni chilometri dal cantiere. Si è creato un equivoco, ma in realtà nessuno si è avvicinato al cantiere vero. Erano griglie che delimitano i sentieri interdetti alla circolazione dall’ordinanza del prefetto, in zone particolarmente impervie”.
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