Spesa delle famiglie in calo, a rischio migliaia di negozi
Nel trimestre giugno-agosto le vendite al dettaglio hanno registrato, secondo l’Istat un calo dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. A pagarne le conseguenze soprattutto il comparto non alimentare le cui vendite sono diminuite dello 0,1% a fronte di un aumento dello 0,3% per le vendite alimentari, così come nel confronto con l’anno precedente: la spesa per il cibo aumenta dell’1,6%, una diminuzione dell’1,2 per le spese di altro genere. Su base annua, le vendite della grande distribuzione crescono dello 0,5%, quelle delle imprese operanti su piccole superfici diminuiscono dello 0,9%. Nei primi otto mesi del 2011, rispetto allo stesso periodo del 2010, l’indice grezzo diminuisce dello 0,7%. Le vendite di prodotti alimentari segnano un incremento dello 0,1% e quelle di prodotti non alimentari una diminuzione dell’1,0%.
”Le vendite ad agosto confermano che i consumi vanno peggio delle previsioni: a fine anno, se continua così, avremo almeno 65 mila chiusure di esercizi commerciali, un salasso di 150 mila posti di lavoro in meno e l’aumento della desertificazione dei centri urbani”, afferma in una nota la Confesercenti commentando i dati Istat.
Le chiusure, rileva, ”sono solo una faccia della medaglia, la crisi produce un altro effetto molto negativo: scoraggia la nascita delle nuove imprese, impedendo la creazione di occupazione. La nostra previsione sui consumi, che stimavamo attestati allo 0,5% nel 2011 e a quota zero nel 2012, rischia ora di essere fin troppo ottimistica”.
I dati secondo Confesercenti ”richiedono risposte rapide e efficaci. La proposta è quella di una vera e propria tregua fiscale per i piccoli esercizi commerciali che contempli per tutto il 2012 il regime dei minimi, e l’ampliamento a 50mila euro per tutte le imprese, in aggiunta alle agevolazioni previste per i giovani e le nuove attività”.
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