Lazio, salta il piano casa. Polverini: ricorreremo alla Consulta
Dopo l’impugnazione di una parte del Piano Casa Regionale secondo il governatore del Lazio Renata Polverini non ci sono più le condizioni per mediare e aggiunge “ci rivolgeremo alla Corte Costituzionale”. Alla decisione presa ieri dal Consiglio dei Ministri sono seguite le dimissioni degli assessori regionali che hanno Ritenuto inaccettabile che tale scelta sia maturata senza un confronto di merito rispettoso dei normali ruoli istituzionali ed hanno poi rimesso le deleghe nelle mani del presidente. “Con l’impugnazione da parte del consiglio dei ministri di soli 3 punti che però intervengono su questioni di ‘impianto’ – spiega il governatore Polverini durante la conferenza stampa – il piano casa ne esce fortemente depotenziato. Da questo punto di vista avevano ragione gli esponenti dell’opposizione che ieri gridavano al piano dei cosiddetti palazzinari. Da oggi il piano casa non è più destinato alle famiglie e ai territori ma solo ai costruttori”. E continua con toni duri “Purtroppo vedo in questo momento un atteggiamento ostile del governo Berlusconi a questa Regione e probabilmente al suo modo di agire che è quello di dare risposte concrete nel rispetto del programma elettorale. Mi auguro che non sia così. Voglio sperare che ciascun ministro abbia agito rispetto all’impugnativa nell’ambito delle proprie competenze ma nello stesso tempo voglio fare un appello affinché questa Regione non venga privata di uno strumento di rilancio per lo sviluppo del territorio”. E conclude “ho sempre riconosciuto quando il governo ci ha aiutato. Oggi sono costretta a dire quante volte il governo ha fatto finta di aiutarci”.
Intanto in una nota il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo spiega che ”il piano casa del Lazio si muove nel solco indicato dal Governo per rilanciare l’attività edilizia e promuovere il rinnovamento, anche in chiave di risparmio energetico e sostenibilità ambientale del patrimonio abitativo. L’impugnativa disposta dal Consiglio dei Ministri non rappresenta affatto uno stop al piano nella sua globalità e nella sua logica, ma evidenzia solo tre profili specifici di problematicità, sollevati in due casi dal Ministero della Cultura ed in uno dal Ministero dell’Ambiente”.
In particolare per quel che concerne i rilievi mossi dal Ministero dell’Ambiente, e che riguardano le aree protette, sottolinea il ministro, ”si tratta di problemi che sono stati colti anche dalla Presidente Polverini, perché, per fare un esempio, non si può certo edificare nel Circeo. Con la Polverini esiste piena sintonia, e questi problemi potrebbero essere superati operando una modifica legislativa regionale che farebbe venir meno le ragioni dell’impugnativa da parte del Ministero dell’Ambiente”.
“Per ciò che concerne le questioni eccepite dal Ministero della Cultura, che condivido, ed in particolare riguardo allo sviluppo del Terminillo, conclude Prestigiacomo, ”si tratta di problemi prevalentemente di metodo e sono certa che il Presidente Polverini ed il collega Galan potranno trovare un punto d’incontro ed una soluzione positiva. Il Terminillo può diventare un polo sciistico regionale nel pieno rispetto del paesaggio e del territorio. Si tratta solo di seguire procedure che assicurino tale obiettivo”.
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