Pensioni, Pdl e Carroccio ancora ai ferri corti

Umberto Bossi è ancora pessimista e ribadisce che le pensioni di anzianità “non si toccano” e continua “il governo rischia anche se una strada l’abbiamo trovata”, sottolineando, in merito alla possibilità di incidere sulle pensioni in generale, di essere stato sempre contrario a far pagare dieci volte chi ha già pagato.
Angelino Alfano, segretario del Pdl, intanto rassicura sull’unità di accordo tra Pdl e Lega: “si è raggiunta la decisione – dice al termine di una giornata crica di incontri e contatti per il Premier e dopo il nulla di fatto ieri in Consiglio dei Ministri sul decreto sviluppi e pensioni – di rispondere puntualmente all’Europa sulle cose che si sono fatte e che intendiamo fare. Alla fine anche domani all’Eurogruppo ci sarà un atteggiamento positivo nei confronti dell’Italia” e “anche oggi si è dimostrato che tiene un rapporto tra due partiti che hanno fin qui assicurato stabilità e riforme al Paese”. E ha aggiunto: “Speriamo di aver individuato con la Lega un punto di equilibrio anche sul tema delle pensioni che consenta di dare una risposta all’Europa”.
Dopo che il Cavaliere ha presentato la sua proposta di apertura alla Lega per uscire dallo stallo attuale e trovare la soluzione in giornata, i vertici del Carroccio si sono riuniti a Montecitorio con Umberto Bossi per valutare quanto proposto dal Cavaliere. Poi Maroni prima il segretario del Pd Pierluigi Bersani, poi il vicesegretario del partito Enrico Letta.
”Questa volta la situazione è molto pericolosa” paventando anche una eventuale crisi di governo e bocciando l’ipotesi di un esecutivo guidato da Gianni Letta: ”Noi non facciamo governi tecnici”. Quindi se cade il governo bisogna tornare alle urne.
Quanto alle riforme che l’Europa chiede all’Italia: “Chi fa quelle robe lì è un italiano”, aveva commentato il leader della Lega tornando a puntare il dito contro l’ex governatore della Banca d’Italia a capo ora della Bce, Mario Draghi. Poi è tornato sulla lettere inviata l’estate scorsa al premier italiano con la richiesta di misure strutturali targata Bce: “La lettera è una fucilata a Berlusconi. Io posso trattare ma non posso toccare le pensioni che sono a posto e portarle a 67 anni per fare piacere ai tedeschi. Loro hanno un sistema pensionistico sballato”. L’Europa “vuol far fare un passo indietro a Berlusconi”, sosteneva il leader del Carroccio.
“Mi pare che ci sia questa ipotesi ma certamente ci sono margini di trattativa e quindi stiamo trattando”, aveva affermato dal canto suo il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli interpellato sul rischio di una crisi di governo. Sul nodo delle pensioni, “sostanzialmente – aveva sottolineato Matteoli – siamo tutti d’accordo che queste è meglio non tagliarle. Però, se non si tagliano le pensioni, bisogna trovare qualche altra soluzione che non è facile”.