Crisi, Governo: tutti contro tutti salta il decreto. Nelle retrovie del Pdl c’è già chi si allontana
Durante Consiglio straordinario dei Ministri, convocato ieri sera per discutere delle misure anticrisi, è andato in scena il tutti contro tutti che ha portato il Governo ad abbandonare l’ipotesi del decreto legge a favore del maxiemendamento che dovrebbe collegarsi alla legge di stabilità in discussione al Senato. Ma le misure sembrano essere “deboli” come dice il Presidente della Camera Fini: infatti assenti prelievi da patrimoni e conto correnti.
La giornata di ieri, però, è stata segnata dalla forte fibrillazione in casa della maggioranza: preoccupato dal giudizio dei mercati finanziari, Berlusconi aveva trascorso l’intera mattinata tra Palazzo Chigi e via del Plebiscito per mettere a punto il provvedimento con le misure anticrisi promesse a Bruxelles con la lettera d’intenti; un nuovo alt sulle pensioni era arrivato da Umberto Bossi. ”Facciamo scoppiare la rivoluzione di sicuro…” aveva risposto il leader della Lega a chi gli chiedeva cosa farà se la riforma delle pensioni dovesse essere tra le misure anticrisi. Il Senatur ha mostrato prima il dito medio e poi ha spiegato: ”Se togliamo le pensioni ai lavoratori che hanno sempre lavorato per dare i soldi a Roma” scoppia la rivoluzione. Bossi ha anche risposto con una pernacchia a un ipotetico governo Monti. Poi si è trincerato dietro un ‘no comment’ alla domanda se ritenesse necessario un passo indietro di Silvio Berlusconi. A questo punto il premier deve lasciare Palazzo Chigi?, hanno insistito i cronisti. A fare ”Berlusconi non lo fa. Inutile chiedere, tanto quello non lo fa”, ha tagliato corto il Senatur.
Intanto nelle retrovie del Pdl c’è già chi si allontana : Maurizio Panis in una lettera al quotidiano online nordest.eu dice: “Il centrodestra ha l’obiettivo di riaffermarsi in maniera significativa attraverso un governo espressione di questa maggioranza guidato da una personalita’ autorevole e gradita, potrebbe farlo benissimo Gianni Letta e anche il presidente Schifani. Sono gli uomini veri che fanno la differenza – aggiunge – E, in questo momento, io sono critico con Berlusconi per aver portato una commistione fra pubblico e privato che non va bene”.
E intanto dalle colonne del Corriere, altri sei deputati del Pdl chiedono al Premier di “essere promotore di un nuovo governo che realizzi l’agenda degli impegni sottoscritti con i partner europei”. Tra i firmatari Stracquadanio e Berltolini.
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