Brescia, tratta in salvo la speleologa intrappolata in una grotta
Anna Bonini era rimasta intrappolata domenica pomeriggio nella grotta di Cariadeghe in provincia di Brescia mentre era in escursione con altri quattro colleghi nella più nota e profonda grotta bresciana, che si apre a circa 750 metri di quota. La richiesta di soccorso è stata lanciata ieri poco prima delle 18, dopo che la speleologa, che si trovava a 300 metri di profondità in una zona detta “confluenza”, perché vi si raggiunge una delle gallerie principali della grotta, era scivolata da una cengia rocciosa precipitando per 3 metri.
La speleologa si era fratturata la gamba sinistra domenica pomeriggio, dopo essere scivolata e caduta da circa tre metri di altezza durante un’escursione nella grotta, alla profondità di circa 250 metri. Subito tre suoi compagni di esplorazione sono usciti dalla grotta per dare l’allarme, mentre altri 2 compagni di escursione sono rimasti con lei a prestarle i primi soccorsi. Alle 17 è stato allertato il 118, che ha immediatamente attivato il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) della stazione di Valsabbia della V Delegazione bresciana e IX zona speleologica lombarda.
Una squadra di primo intervento è entrata in grotta alle 20. Il recupero vero e proprio è iniziato però qualche ora più tardi, dopo che la ragazza è stata stabilizzata all’interno di una tendina riscaldata, dall’equipe medica del Cnsas, in contatto diretto con la centrale operativa del 118 di Brescia. Per trasportare Anna Bonini è stato necessario allargare alcuni tratti molto stretti della grotta: a questa operazione si sono dedicati 8 volontari della Commissione Disostruzione del Cnsas che, con l’uso di micro cariche, hanno demolito piccole porzioni di roccia consentendo il passaggio della barella.
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