Barroso: Per superare la crisi necessarie misure aggiuntive
Questa, secondo il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso, è per la Ue ”una vera a propria crisi sistemica che richiede più impegno da parte di tutti e misure aggiuntive”.
“L’euro è il cuore dell’Unione europea, non diventerà più forte con la frammentazione dell’Ue”, perché la moneta unica “non è un opt out dall’Ue. Se ci impegniamo con l’approccio comunitario e se ci impegnamo al rispetto dei Trattati, non abbiamo bisogno di un altro Parlamento, di un’altra Commissione, un’altra Corte di giustizia”, sottolinea Barroso secondo il quale la modifica dei Trattati europei per migliorare la governance “richiede tempo, dunque non puo’ essere una soluzione immediata”. Quindi, ha continuato , “non ci deve essere nessuna divisione tra gli attuali 17 membri dell’eurozona da una parte e gli altri 10 dall’altra”, in quanto “la maggior parte di questi” dovranno entrare nell’euro.
Barroso ha poi annunciato che la proposta della Commissione Ue sugli Eurobond sarà presentata prima di Natale. “Sarà una soluzione naturale se vogliamo rafforzare la governance e la convergenza nell’Eurozona in coerenza con i due principi della responsabilità e solidarietà”, ha detto, ricordando che su questo Bruxelles intende presentare un “libro verde” il 23 novembre. Inoltre, “entro la fine dell’anno” la Commissione presenterà anche una proposta per rafforzare la voce dell’eurozona a livello internazionale, prevedendo una rappresentazione unica nei forum come per esempio il G20 ma anche il Fmi. Perché, ha ammonito il presidente dell’esecutivo Ue, “lasciatemi essere chiaro: tutti i livelli di azione devono essere ora usati senza ritardi”. E’ infatti una “questione di buon senso avere ora una governance economica più forte nell’eurozona e ovviamente anche nell’Ue”, per cui “riforme a livello nazionale devono essere completate con strutture appropriate a livello europeo”.
Dello stesso avviso, in merito alla necessità di misure aggiuntive, il presidente Ue Van Rompuy, secondo cui “ora dobbiamo andare oltre, abbiamo bisogno sia di disciplina fiscale che di integrazione economica e fiscale centrata sulla crescita”. Quindi “non solo punire i ‘peccatori’, ma anche collegare tra loro le nostre politiche per dimostrare che condividiamo un destino comune”. “Questo significa una condivisione di sovranità per tutti i membri dell’eurozona, e non solo una perdita di sovranità per i paesi in difficoltà”, ha aggiunto Van Rompuy, ricordando che Bruxelles deve “trovare il giusto equilibrio tra disciplina e incentivi, efficenza e resposnabilità, intrusione e legittimità”.
E sullo stato di salute dell’Eurozona si è espresso anche il presidente americano Barack Obama “profondamente preoccupato” delle turbolenze nella zona euro provocate dalla crisi del debito sovrano e della crescita anemica.
“Sono profondamente proccupato per l’Europa, lo sono stato e sospetto che lo sarò domani e la prossima settimana e quella successiva”, ha detto il leader della Casa Bianca impegnato in una visita di due giorni in Australia. “Il problema ora è un problema di volontà politica, non un problema tecnico”. Per Obama “la più ampia comunità europea deve sostenere il progetto europeo…”. “Fino a quando non avremo dato vita ad un piano concreto e ad una struttura che invii un chiaro segnale ai mercati che l’Europa sostiene l’Euro … continueremo a vedere quel tipo di turbolenze che vediamo nei mercati”.
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